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La cura del diabete mellito

La Medicina ufficiale ritiene che il diabete sia dovuto all’aumento della glicemia per difetto di funzionamento degli organi di regolazione dell’insulina pancreatica.

La Medicina ritiene che occorra fare diminuire la glicemia eccessiva per ricondurla ai valori presenti nel sangue delle persone sane.

La glicemia a digiuno deve essere ricondotta nel campo di valori tra 70 mg/dl e 120 mg/dl, con ciò ritenendo che la glicemia sia “compensata”.

Occorre osservare però che la sola compensazione glicemica non è  sufficiente per tenere a bada una malattia come il diabete.

Si ritiene che l’azione della Medicina di limitare l’intervento curativo alla sola compensazione glicemica sia altamente deficitario, privo di efficacia curativa e fuorviante, facendo ritenere che sia in atto una cura del diabete in grado di controllare la malattia.

Ciò è causa di false speranze in tutti quei pazienti, cui è stata diagnosticata una malattia seria come il diabete e che si illudono e sperano che controllare i valori della glicemia sia una buona cura per il diabete.

Non esiste al momento uno screening serio in grado di prevenire l’insorgere della malattia diabetica.

Nel blog è stato proposto uno screening basato sul fatto che il diabete non si instaura di colpo, ma matura nel tempo.

Si ritiene diabetico il paziente che a digiuno abbia una glicemia di almeno 126 mg/dl.

Il blog propone uno screening basato sulla determinazione annuale, sempre nello stesso periodo, con la registrazione dei valori rilevati della glicemia a digiuno per sette giorni consecutivi, sempre alla stessa ora e avendo seguito un’alimentazione particolare, in modo che i valori della glicemia siano confrontabili tra loro.

Occorre prendere nota dei valori misurati e farne la media aritmetica.

Inserendo in una tabella i valori medi misurati nel corso degli anni si può notare se i valori rimangono all’incirca costanti o se aumentano gradatamente.

Riportando sul piano cartesiano, con le date in ascissa e la glicemia media (mg/dl) in ordinata, i valori delle glicemie medie dei vari anni si ottiene un grafico.

Tracciando “la linea di tendenza” del grafico si vede se la linea è crescente e se incontra l’ordinata 126 mg/dl.

Per i pazienti che contrarranno il diabete conclamato in futuro la linea di tendenza sarà crescente e incontrerà l’ordinata 126 mg/dl in corrispondenza di una certa data.

La data indicata dal grafico sarà con sufficiente approssimazione quella in cui il medico farà la diagnosi di diabete.

Il medico, che esaminerà il grafico di screening, potrà determinare la data prevedibile, in cui il paziente potrà contrarre il diabete e prendere i provvedimenti del caso.

Con questo sistema il medico e il paziente saranno avvertiti molto prima e potranno intervenire con notevole anticipo, che può essere di almeno sei o sette anni.

Senza lo screening il diabete sarebbe conclamato quando già è latente da almeno sei o sette anni e la cura sarebbe iniziata con notevole ritardo.

Lo screening è molto importante per prevenire la malattia diabetica.

Secondo le regole attuali la Medicina prescrive che si deve tenere sotto controllo la glicemia.

Tenere sotto controllo solo la glicemia è un provvedimento discutibile.

La cura del diabete non può essere limitata solo alla compensazione della glicemia.

Oltre la compensazione glicemica occorre tenere conto anche della compensazione energetica.

Con la compensazione energetica si devono fornire al paziente con il cibo le Kcal necessarie per compensare le energie necessarie per mantenere in moto la macchina uomo, cioè per vivere, per lavorare, per svagarsi, etc.

In breve, con la compensazione energetica occorre fornire al paziente diabetico tutte le energie di cui ha bisogno per vivere serenamente.

Se un camionista diabetico consuma circa 3200 Kcal al giorno per vivere e lavorare è sbagliato sottoporlo a dieta sfruttando per es. le 1000 Kcal, che il suo corpo può produrre con l’ausilio della sola insulina autoprodotta.

Il camionista non può vivere e lavorare con solo 1000 Kcal al giorno.

Se al camionista non si forniscono le 3200 Kcal necessarie per continuare a fare il proprio lavoro, dopo qualche giorno egli non avrà più le energie per lavorare e dovrà abbandonare il lavoro.

Con la doppia compensazione: glicemica e energetica si fa fronte alle conseguenze del diabete, agli effetti esteriori del diabete, ma non si combatte la causa del diabete.

L’aumento della glicemia è la reazione del corpo umano alla malattia diabetica, non la causa del diabete.

Quando il corpo umano si trova sotto un attacco batterico reagisce aumentando la temperatura del corpo per potersi difendere dai batteri invadenti.

Così quando il corpo umano si trova in difetto di glucosio nel sangue e questo fatto provoca un cattivo funzionamento di organi importanti, allora si accumula glucosio nel sangue, si ostacola la secrezione d’insulina pancreatica, si limita la glicosuria, etc.

L’obiettivo è quello di aumentare la glicemia.

E la Medicina quali provvedimenti suggerisce?

Nel caso in cui la febbre superasse i 38°-39° ci sono le pillole per abbassare la febbre.

Ai batteri, se del caso, ci pensano gli antibiotici.

Nel caso in cui la glicemia dovesse salire, la regola vuole che si intervenga per abbassare la glicemia.

Non esiste una medicina in grado di curare e guarire una malattia come il diabete.

Sembra che l’intervento automatico del corpo umano, che innalza la glicemia, ostacoli la cura del diabete.

Occorrerebbe capire bene perché il corpo umano alza il valore della glicemia.

Sicuramente ci sono dei limiti.

Se i valori messi in atto dal corpo sono ritenuti eccessivi è corretto che le regole intervengano per limitare l’aumento della glicemia?

Forse questo è il sintomo che le idee non sono molto chiare su quello che sta succedendo nel corpo umano quando questi ha bisogno di aumentare la glicemia.

Perché il corpo umano, a un certo punto, decide che occorre aumentare la glicemia?

All’aumento della glicemia provvede il corpo umano per motivi suoi, ma le regole intervengono subito per distruggere l’azione difensiva del corpo umano e contrastare efficacemente l’azione spontanea di difesa dell’organismo.

La Medicina afferma che l’aumento della glicemia è una malattia, che si chiama diabete, e che contrastando questo aumento della glicemia si sta curando il diabete.

La domanda alla quale bisogna rispondere è: “Perché il corpo umano ha bisogno di aumentare la glicemia?”.

La risposta a questa domanda modifica in termini sostanziali la cura del diabete.

La cura del diabete non deve essere l’abbattimento dei valori della glicemia.

Per avere un cura idonea ed efficace occorre capire perché a un certo punto la glicemia aumenta.

L’insulina è l’ormone che serve per fare passare il glucosio attraverso le pareti delle membrane cellulari per il nutrimento e l’ossigenazione delle cellule.

In particolare l’ossigeno è trasportato dall’emoglobina, che è contenuta nei globuli rossi.

È fondamentale la presenza dell’insulina per il nutrimento e l’ossigenazione delle cellule del corpo umano.

Ci sono però degli organi che non hanno bisogno dell’insulina per il loro rifornimento di glucosio dal sangue.

Il sistema nervoso non ha bisogno d’insulina per rifornirsi di glucosio dal sangue.

Quando il glucosio nel sangue scende sotto il valore della soglia minima di alimentazione del sistema nervoso, questi comincia a dare segni di sofferenza.

Il paziente si sente male, si instaura la tremarella, la capacità di ragionamento è fortemente diminuita, può succedere la perdita di conoscenza e, se non si presta aiuto, per es. con il ricovero urgente in ospedale e con un’iniezione per es. di glucagone, può anche sopraggiungere la morte.

Oltre al sistema nervoso ci sono altri organi che non hanno bisogno d’insulina per rifornirsi di glucosio direttamente dal sangue.

Si tratta del midollo osseo, dei globuli rossi, delle altre particelle, che fluttuano nel sangue.

Anche per queste particelle, come per il midollo osseo, c’è una soglia minima glicemica al di sotto della quale sia il midollo osseo che le particelle vanno in sofferenza.

È plausibile  pensare che il valore della soglia di sofferenza glicemica del midollo, come quella dei globuli rossi, non siano costanti nel tempo, ma che varino ed è credibile che questi valori di soglia vadano ad aumentare col tempo.

Se il valore della glicemia scende al di sotto di questi valori di soglia vanno in sofferenza per es. il midollo osseo con ridotta o nulla generazione di nuovi globuli rossi, il che significa minore emoglobina, cioè minore ossigenazione dei muscoli, cioè guai a non finire.

Occorre considerare bene se per caso non sia questa l’essenza della malattia diabetica, cioè l’abbassamento della glicemia sotto la soglia di sofferenza del midollo osseo con blocco della generazione di nuovi globuli rossi e dell’ossigenazione dei muscoli.

Tra i muscoli che vengono a trovarsi in difetto di alimentazione e di ossigenazione c’è anche il miocardio ed ecco spiegate le cardiopatie e le sofferenze del miocardio.

La cura del diabete deve essere volta a fare in modo che ai muscoli, tra cui il cuore, non manchi mai la nutrizione e l’ossigenazione, perché la mancanza di queste funzioni necessarie è possibile che possa essere la causa della malattia diabetica.

Il fatto che la glicemia aumenti è una necessità per salvaguardare la nutrizione e l’ossigenazione delle cellule del corpo umano.

Occorre come prima cura del diabete cercare di sostenere il midollo osseo mantenendogli le condizioni ideali per continuare a produrre i globuli rossi e l’emoglobina necessari al corpo umano.

Occorre salvaguardare il buon funzionamento del midollo osseo per assicurare nutrimento e ossigenazione di tutte le cellule del corpo umano.

Questa potrebbe essere per cominciare una prima cura per la malattia diabetica.

Certamente diminuire la glicemia, anche sotto al soglia di sofferenza del midollo osseo è da evitare.

A questo punto ha primaria importanza tenere sotto osservazione il “coefficiente Hb”, definito come rapporto tra i globuli rossi di nuova formazione rispetto alla media dei globuli rossi in circolazione nei novanta giorni, che si assume approssimativamente possa essere la durata della vita media dei globuli rossi.

La cura del diabete, messa in atto secondo i suggerimenti della Medicina ufficiale, è basata sull’obiettivo di conseguire valori di glicemia compresi nell’intervallo di compensazione.

Se il valore della glicemia di sofferenza del midollo osseo è maggiore della glicemia compresa nell’intervallo di compensazione è evidente che la compensazione glicemica può essere sicuramente dannosa per il funzionamento del midollo osseo.

Occorre che la Medicina ufficiale riveda le regole della cura del diabete.

Occorre tenere in considerazione il fatto che il midollo osseo non deve essere ostacolato nella sua funzione di fornire sempre nuovi globuli rossi, perché se si blocca la generazione i nuovi globuli rossi l’organismo sicuramente non se la passa molto bene.

È necessario assicurare il ricambio per cui nuovi globuli rossi vanno a sostituire i vecchi globuli, che non sono più efficienti e stanno per essere eliminati dal sangue.

È auspicabile che vengano editi nuovi “Standard per la cura del diabete mellito”, in cui si tenga conto della nutrizione e dell’ossigenazione delle cellule dei muscoli e in particolare del miocardio.

La scaletta attuale di cura del diabete prevede: la dieta, le pillole ipoglicemizzanti e l’insulina.

Sono tutti provvedimenti volti a mantenere il valore della glicemia nell’intervallo di compensazione.

Sono tre stadi della cura del diabete, che non portano miglioramenti decisivi per la malattia.

Occorre migliorare le regole per curare il diabete.

La storiella che è sufficiente la dieta perché il diabete non è poi così grave è solo una consolazione per il paziente.

Il paziente è tranquillizzato perché la malattia non è poi così grave.

In realtà si perdono anni preziosi, mentre il diabete fa il suo corso.

La dieta significa mantenere in vita il diabete, che ama vivere nell’ombra e progredire, mentre la dieta può risultare inutile per combatterlo.

Chiaramente quando il diabete peggiora occorre passare alle pillole ipoglicemizzanti, perché il diabete non è poi così grave da richiedere le iniezioni d’insulina, che sono considerate un vera e propria schiavitù.

Il paziente è tranquillizzato che la malattia è sotto controllo e che la stessa non è poi così grave da richiedere le iniezioni d’insulina.

È un’altra perdita di tempo, per cui il diabete seguita a fare il suo corso e il paziente comincia ad essere sottoposto alle prime “complicanze tardive”.

Quando si arriva alle iniezione d’insulina il diabete è diventato così grave da richiedere l’insulina.

Si tratta della terza fase della cura del diabete.

Si tratta di una cura che, se la causa del diabete è nel cattivo funzionamento del midollo osseo è totalmente sbagliata.

La conseguenza è che migliaia o anche milioni di persone sono abbandonate al loro brutto destino, a tante indicibili sofferenze, senza che sia stata prestata loro una giusta terapia.

A questo punto occorre interrogarsi su chi ha tratto giovamento dall’utilizzo di questa cura sbagliata.

Sicuramente i produttori di un numero enorme di medicinali consumati per una cura inutile.

Poi sono da considerare le migliaia di miliardi spesi nel mondo per le visite mediche e gli accertamenti a pagamento nell’illusione che il diabete potesse essere curato a dovere.

I pazienti sottoposti ai dolori e alle menomazioni delle complicanze tardive cercano un qualche miglioramento delle loro condizioni anche con sacrifici economici, a volte anche molto gravi.

Seguire la cura tradizionale ha portato a seguire una storia di speranze, di delusioni e di sofferenze.

La sorte infausta forse era scritta fin dall’inizio per tanta povera gente, che ha contratto il diabete e per questo è stata molto sfortunata.

Occorre chiedersi “Cui prodest”.

Chi trae giovamento dal mantenere in essere questo stato di cose, queste regole fasulle di non cura del diabete?

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