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Il nuovo diabete.

La Medicina definisce il diabete come quella malattia, che è caratterizzata da valori della glicemia a digiuno maggiori di 126 mg/dl oppure maggiori di 200 mg/dl in ogni caso.

La glicemia nell’intervallo 70 – 110 mg/dl si dice “compensata” e corrisponde ai valori di glicemia, che si hanno a digiuno nelle persone sane.

Dopo i pasti la glicemia sale ma interviene l’insulina, secreta dal pancreas, che regola e fa diminuire il valore della glicemia.

Le persone sane non hanno problemi perché l’insulina secreta dal pancreas è sufficiente a controllare il valore della glicemia.

Quando la glicemia non è più ben controllata dalla secrezione d’insulina del pancreas si parla di “diabete”.

Nelle persone diabetiche la glicemia non è ben controllata e non ritorna spontaneamente nell’intervallo di compensazione.

Ci sono persone per cui il diabete s’instaura già dalla nascita e devono essere curate con l’insulina.

Altre persone possono maturare il diabete in età giovanile, intorno ai 20anni, e sono affette da diabete tipo 1.

Altre persone maturano il diabete in età matura, intorno ai 50 anni, e queste persone sono affette da diabete tipo 2.

La cura consiste nel riportare la glicemia a digiuno ai valori di compensazione (70-110 mg/dl).

Si distinguono tre fasi nel controllo della glicemia: la dieta, le pillole ipoglicemizzanti e l’insulina.

Alcune persone vanno incontro alle complicazioni tardive, che possono essere pericolose come malattie del cuore, infezioni agli arti inferiori, etc.

In genere la durata della vita nei soggetti diabetici è inferiore a quella delle persone sane.

Ogni anno la ADA, che è l’Associazione dei Diabetologi Americani pubblica “Gli standard per la cura del diabete mellito”.

Il capitolo 12 degli standard 2021, “ Old Adults” (Vecchi adulti), è dedicato ai malati di diabete da vecchia data e la cosa importante è che per essi è tollerata anche un’emoglobina glicosilata dell’8%, cui corrisponde secondo una formula approssimata una glicemia media intorno a 190 mg/dl.

Per quanto la formula potrebbe essere non molto precisa, pur tuttavia il valore della glicemia media si può considerare intorno a 190 mg/dl con buona approssimazione

In passato su questo blog sono stati pubblicati vari post con studi di ricerca sull’emoglobina glicosilata.

Sono state esaminate varie formule, che legano l’emoglobina glicosilata alla glicemia media nel periodo della durata in vita dei globuli rossi, circa 90 giorni.

I globuli rossi sono generati dal midollo osseo senza problemi quando il valore della glicemia è superiore al valore della soglia glicemica del midollo osseo.

Se il valore della glicemia è inferiore al valore della soglia glicemica, allora la produzione di nuovi globuli rossi è disturbata e se la differenza di valori glicemici è notevole, non è detto che la produzione di nuovi globuli rossi non rimanga bloccata.

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D’altro canto che il valore vari da 180 mg/dl  a 200 mg/dl non ha molta importanza, tenuto anche conto che il valore di soglia glicemica di sofferenza del midollo osseo si ritiene variabile da persona a persona e nel tempo aumenta anche per la medesima persona.

Prendiamo per buono il valore di 190 mg/dl, pur sapendo che è un valore approssimato, il cui valore vero sta da qualche parte intorno ai 190 mg/dl.

Ciò dà molto da pensare, perché gli standard americani sono considerati molto seri e sono credibili.

D’altro canto nelle analisi del sangue si nota spesso un insufficiente valore dell’ematocrito, un insufficiente valore dell’emoglobina, si nota che, nonostante valori della glicemia al di sopra dei 200 mg/dl nelle urine non risulta la presenza di glucosio.

È normale pensare che avvenga qualche fenomeno nell’apparato circolatorio che non funziona proprio molto bene, come dovrebbe.

Si pensa a un’ipoglicemia del midollo osseo, che dovrebbe influire sulla generazione di nuovi globuli rossi.

Approfondendo il discorso si nota che il midollo osseo  può attingere direttamente il glucosio dal sangue.

Così come fa il sistema nervoso che attinge il glucosio dal sangue direttamente, anche il midollo osseo può attingere il glucosio direttamente dal sangue.

Quando la glicemia scende al di sotto della soglia glicemica del sistema nervoso, il sistema nervoso reagisce dando segni di sofferenza.

Si avverte dapprima la tremarella, successivamente un po’ di confusione mentale, e se non s’interviene subito con qualche bustina di zucchero ci potrebbero essere serie conseguenze.

Il sistema nervoso può attingere direttamente dal sangue il glucosio purché ci sia una glicemia maggiore del valore della soglia glicemica per il sistema nervoso.

Affinché il sistema nervoso possa attingere direttamente dal sangue il glucosio occorre che ci sia una glicemia maggiore di circa 60 mg/dl, che è il valore di soglia glicemica del sistema nervoso.

Il midollo osseo può attingere direttamente il glucosio dal sangue purché la glicemia sia maggiore del valore di soglia glicemica di sofferenza del midollo osseo.

Se la glicemia è insufficiente, cioè minore della soglia glicemica del midollo osseo, il rifornimento del glucosio è disturbato e, se l’ipoglicemia è consistente, la generazione di nuovi globuli rossi può essere bloccata.

Affinchè il midollo osseo possa funzionare correttamente nella generazione di nuovi globuli rossi, ci deve essere una glicemia maggiore della soglia glicemica di sofferenza del midollo osseo.

Se la glicemia è “conpensata”, la glicemia è minore della soglia glicemica e la generazione di nuovi globuli rossi è disturbata.

Occorre che almeno un paio d’ore al giorno i valori della glicemia siano maggiori della soglia glicemica del midollo osseo, in modo da consentire una generazione di nuovi globuli rossi.

I valori insufficienti sia dell’ematocrito che dell’emoglobina potrebbero essere la dimostrazione che il midollo osseo non può produrre regolarmente i nuovi globuli rossi.

Il “diabete” può essere definito come quella malattia che corrisponde a una “ipoglicemia del midollo osseo”, la cui soglia glicemica sia più alta rispetto alla glicemia presente nel sangue delle persone sane.

Il “diabete” è dato dal fatto che la glicemia abbia un valore più basso rispetto al valore della soglia glicemica del midollo osseo e questo ostacola la produzione di nuovi globuli rossi

La soglia glicemica nel sangue delle persone sane è molto bassa, per cui non ci sono difficoltà nel funzionamento del midollo osseo nella generazione di nuovi globuli rossi.

Nelle persone affette da diabete la soglia glicemica del midollo osseo è più alta rispetto al valore della glicemia riscontrabile nel sangue delle persone sane, per cui occcorre che la glicemia aumenti per consentire un buon funzionalento nella produzione di nuovi globuli rossi e quindi di emoglobina.

Se la glicemia non supera il valore di soglia glicemica del midollo osseo allora la produzione di nuovi globuli rossi è disturbata.

Questo difetto è conseguenza dell’ipoglicemia del midollo osseo e dal punto di vista medico si identifica con la malattua, che si chiama “diabete”.

Il diabete può essere tra l’altro di tipo 1 o di tipo 2 o di altra causa.

Al diabete tipo 1 può corrispondere una soglia glicemica di circa 160 mg/dl.

Al diabete tipo 2 può corrispondere una soglia glicemica di circa 140 mg/dl.

Rimane da capire come mai non si riscontra glucosio nelle urine di molti soggetti diabetici.

Quando il corpo umano è soggetto ad un attacco batterico, il corpo reagisce innalzando la temperatura del corpo, allo scopo di limitare lo sviluppo dei batteri.

I medici di una volta dicevano che la febbre deve essere lasciata sfogare.

I medici di una volta usavano la temperatura alta del corpo umano per limitare l’attacco batterico,

Adesso, se la febbre supera i 38.5 gradi, i medici consigliano una medicina, come il paracetamolo, per abbassare la febbre.

Ai batteri ci pensa qualche antibiotico.

Il corpo umano di fronte a qualche anormalità reagisce sempre.

Nel caso in cui la soglia glicemica del midollo osseo sia aumentata e si abbia qualche distirbo nel funzionamento del midollo osseo il corpo reagisce innalzando la glicemia.

La glicemia aumenta per portarla a valori maggiori della soglia glicemica del midollo osseo.

Per fare questo deve fare in modo che la secrezione dell’insulina sia in qualche modo limitata.

Occorre anche che venga inibita almeno in parte la glicosuria, limitando la perdita di glucosio nelle urine e causando così  l’auento della glicemia.

Se  la reazione del corpo umano risulta insufficiente la glicemia, pur aumentando, non supera la soglia glicemica del midollo osseo, il cui funzionamento è disturbato e si ha la condizione di sviluppare la malattia diabetica.

Sarebbe consigliabile avere per qualche ora al giorno un valore della glicemia talmente alto da consentire il buon funzionamento del midollo osseo nella generazione di nuovi globuli rossi e quindi di nuova emoglobina.

Nella rimanemte parte della giornata si può compensare la glicemia per evitare i guai legati alla permanenza di valori alti della glicemia nell’organismo

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Mangiando regolarmente, una persona, che deve ricorrere a quattro iniezioni d’insulina al giorno, può saltare l’insulina serale per fare salire la glicemia.

Alla mattina la glicemia può non superare in genere i 110 mg/dl, per cui si può saltare l’iniezione d’insulina.

A mezzogiorno la glicemia può essere intorno a 150-170 mg/dl per cui si fa un’iniezione di insulina Mix50 (50% di rapida e 50% di ritardata) o altro tipo d’insulina, dosando le unità a seconda del valore della glicemia secondo quanto prescritto dal medico.

Alla sera il valore della glicemia in genere non supera i 110 mg/dl, per cui si può non fare l’iniezione d’insulina.

Al bedtime, al momento prima di andare a letto la glicemia può essere tra i 200 e i 300 mg/dl, per cui si fanno di solito due tipi d’insulina: Si fa un’iniezione di insulina rapida dosando le unità a seconda del valore della glicemia, come stabilito dal medico, e un’iniezione di Lantus nel dosaggio stabilito dal diabetologo.

Con questo nuovo dosaggio in genere si può avere un risparmio nella quantità d’insulina da iniettare nel corso della giornata.

In ogni caso i dosaggi dell’insulina come quelli di altri medicinali è compito della professionalità del diabetologo o del medico curante. Improvvisare può essere molto rischioso.

La ricerca è da considerare ancora in fase  iniziale e deve essere approfondita.

La soglia glicemica del midollo osseo ha valori variabili da persona a persona.

Per le persone sane il valore di soglia si mantiene basso, consentendo il corretto funzionamento del midollo osseo.

Per le persone affette da diabete il valore di soglia glicemica aumenta con l’età e, se la soglia è superiore alla glicemia, il midollo osseo non funziona regolarmente e la produzione di nuovi globuli rossi è disturbata.

Vista la novità dei concetti introdotti occorre procedere all’approfondimento necessario per ben definire il fenomeno del nuovo punto di vista sulla malattia diabetica intesa come “ipoglicemia del midollo osseo”, che produce sofferenza e imperfezioni nella produzione di nuovi globuli rossi.

Per eliminare il difetto nella produzione di nuovi globuli rossi l’organismo fa aumentare la glicemia per portarla a valori maggiori della soglia glicemica del midollo osseo e stabilizzare e ottimizzare la produzione dei nuovi globuli rossi e quindi di emoglobina, che è contenuta nei globuli rossi.

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