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Avanti un altro.

La glicemia è il valore del glucosio presente nel sangue.

Nel sangue delle persone sane normalmente tale valore è compreso tra 70 e 110 mg/dl a digiuno.

Se il valore della glicemia a digiuno supera i 126 mg/dl il medico fa la diagnosi di diabete, che è una grave malattia, caratterizzata da eccesso di glucosio nel sangue.

Il medico giustifica l’aumento della glicemia con una dieta troppo ricca di zuccheri, di amidi, di carboidrati, e con un cattivo funzionamento del sistema di regolazione della secrezione d’insulina da parte del pancreas.

Il medico prescrive una cura per riportare la glicemia nei valori, che si hanno nelle persone non diabetiche.

Ci sono varie fasi: la dieta, le pillole ipoglicemizzanti, l’insulina.

Poi, ad un’età generalmente inferiore a quella delle persone non diabetiche, si passa miglior vita.

La terapia adottata in genere per la cura del diabete non è convincente.

La medicina non chiarisce perché una persona a un certo punto della vita si ammala di diabete.

Non sono i dolci, gli zuccheri, i carboidrati a scatenare il diabete, perché in tal caso la secrezione d’insulina da parte del pancreas è regolata per riportare la glicemia a valori normali.

Se la glicemia aumenta quasi ingiustificatamente il motivo deve essere un altro.

Il diabete non è dovuto all’aumento della glicemia, del glucosio che si accumula nel sangue, per cui il medico deve intervenire per  abbassarla fino a valori simili a quelli delle persone sane.

L’aumento della glicemia è dovuto al fatto che il corpo reagisce a una situazione anormale che si verifica e cerca di correggerla.

La ricerca ha individuato il motivo dell’aumento della glicemia.

I globuli rossi e il midollo osseo per nutrirsi non hanno bisogno d’insulina, ma prelevano il glucosio direttamente dal sangue, così come fa il cervello e tutto il sistema nervoso.

Quando la glicemia, cioè il valore del glucosio nel sangue, si abbassa al di sotto di un certo valore di soglia il sistema nervoso dà segni d’insofferenza, che si manifestano per es. con la tremarella.

Se non si corre ai ripari, ingerendo per es. qualche bustina di saccarosio, le conseguenze potrebbero essere molto serie.

Per il sistema nervoso il valore di soglia della glicemia al di sotto del quale il sistema va in sofferenza è circa 60 mg/dl.

Il midollo osseo e i globuli rossi assumono il glucosio direttamente dal sangue, come fa il sistema nervoso.

Per consentire questo prelievo diretto del glucosio la glicemia deve avere un valore superiore al valore di soglia glicemico previsto per il midollo osseo e per i globuli rossi.

Il valore di soglia glicemico del midollo osseo e dei globuli rossi per ipoglicemia si può manifestare  per es. con un’abbondante sudorazione alla parte bassa dello sterno, poco al di sopra del processo xifoideo.

Nello sterno è presente una certa quantità di midollo osseo.

Il valore della glicemia corrispondente alla soglia di sofferenza del midollo osseo è variabile nel tempo.

Il valore di soglia per il midollo osseo aumenta con il progredire della malattia diabetica.

Dopo circa venti anni dalla diagnosi di diabete il valore di soglia può essere uguale a circa 100 mg/dl.

Dopo quaranta anni dalla diagnosi il valore di soglia può essere uguale a circa 150 mg/dl.

Dopo sessanta anni dalla diagnosi il valore di soglia può essere uguale a 170 mg/dl.

Se il valore della glicemia scende al di sotto del valore di soglia glicemica per il midollo osseo si verifica la cessazione della produzione dei globuli rossi.

Ciò comporta la cessazione della produzione di nuova emoglobina, che è fondamentale per la ossigenazione delle cellule irrorate dal sangue.

Diminuendo il numero di globuli rossi presenti nel sangue, diminuisce la capacità di nutrimento delle cellule irrorate dal sangue.

Dall’esame emocromo si potrebbe notare l’insufficienza dei valori di ematocrito e di emoglobina.

La ricerca è volta a cercare di capire il meccanismo per cui avviene tutto questo.

In presenza di un’aggressione batterica il corpo reagisce innalzando la temperatura del corpo per cercare di eliminare i batteri.

Allo stesso modo in presenza di un livello di glicemia più basso della soglia minima cessa la generazione di nuovi globuli rossi e il corpo reagisce innalzando la glicemia per superare la soglia minima glicemica.

Per risolvere il problema della cessazione della produzione di nuovi globuli rossi il corpo reagisce aumentando la glicemia.

In tal modo la glicemia supera il valore della soglia glicemica e il midollo osseo può riprendere la produzione di nuovi globuli rossi, che era rimasta bloccata perché il valore della glicemia era insufficiente.

Per alzare la glicemia è diminuita la secrezione pancreatica dell’insulina ed è aumentata la soglia d’intervento della glicosuria, per trattenere più glucosio nel sangue per quanto possibile.

La medicina ritiene che il diabete sia in relazione a questo aumento anomalo della glicemia e interviene per correggerlo.

In questo modo si rende vano il tentativo del corpo di correggere l’ipoglicemia del midollo osseo.

Se l’intervento del corpo di aumentare la glicemia è ritenuto anomalo l’azione della medicina è contrastante e riporta il valore della glicemia a valori inferiori alla soglia di sofferenza del midollo osseo.

Si instaura un giochino tra il corpo che vuole aumentare la glicemia e la Medicina che vuole riportare il valore della glicemia al livello di quello presente nel sangue delle persone sane.

Si nota che spesso il corpo riesce a bloccare la glicosuria, nonostante i tentativi di abbassare la glicemia.

Il diabete è l’aumento ritenuto anomalo della glicemia.

La cura del diabete secondo la Medicina consiste nel riportare la glicemia a livello dei valori riscontrabili nelle persone sane.

Allo stesso modo come s’interviene in caso di infezione batterica con febbre alta, si cerca di abbassare la febbre, così nel diabete si cerca di abbassare la glicemia, ignorando il danno che si provoca alla produzione di nuovi globuli rossi

 Il corpo umano reagisce con la febbre in caso di aggressione batterica e la Medicina ostacola questa reazione del corpo umano per riportare alla normalità le condizioni di temperatura del corpo.

Della carica batterica si occuperanno gli antibiotici per distruggerla.

Il corpo umano reagisce aumentando la glicemia, quando la glicemia scende al di sotto della soglia minima di produzione dei globuli rossi.

Anche in questo caso la Medicina reagisce all’azione spontanea del corpo e agisce con medicinali vari, che abbassano il valore della glicemia fino al livello riscontrabile nel sangue delle persone sane.

La Medicina ostacola l’azione di reazione spontanea del corpo umano.

La Medicina non si chiede il perché dell’aumento della glicemia e procede ad abbassarlo, senza capire il perché si verifichi l’aumento della glicemia.

C’è qualcosa che non va, per cui il corpo non se la passa certamente bene se deve contrastare l’anormalità delle proprie condizioni anche contro l’azione del medico.

Quando la Medicina corregge le condizioni anormali dei valori non agisce a favore della salute del corpo umano, perché annulla i motivi di reazione del corpo alle anormalità.

La medicina interviene per annullare i sintomi che nel corpo umano c’è qualcosa che non va.

Intervengono poi le medicine a ristabilire la salute del corpo.

I medici di una volta dicevano che “La febbre deve sfogare, per cui bisogna lasciare il corpo libero di reagire”.

I medici di oggi dicono che occorre intervenire con i medicinali, se la febbre supera un certo valore.

La differenza è che con questo comportamento aumenta la quantità di medicinali, che si consumano e sono contrastate le capacità del corpo umano di combattere le anormalità.

Se la glicemia è mantenuta al di sotto del livello di nutrizione e di sopravvivenza dei globuli rossi, l’ematocrito scenderà sotto i valori normali, i muscoli saranno mal nutriti e il corpo dimagrirà.

I muscoli saranno sottonutriti e fra questi muscoli non bisogna trascurare che c’è il miocardio, il cuore, che ne soffrirà parecchio di questa situazione, di questa cura del diabete.

Il valore di riferimento della glicemia non deve essere quello delle persone sane.

La cura del diabete deve consistere nel mantenere un valore di glicemia un poco al di sopra della soglia minima necessaria per assicurare la produzione dei globuli rossi e il nutrimento dei muscoli.

L’inizio della ricerca deve consistere nel determinare il valore della soglia minima della glicemia da assumere come riferimento per la cura del diabete.

La Medicina ufficiale ritiene che la sola compensazione glicemica sia sufficiente per tenere a bada una malattia terribile come il diabete.

È stata trascurata la compensazione energetica.

Devono essere considerate la compensazione glicemica e la compensazione energetica.

Non si può fare a meno della doppia compensazione.

La Medicina ufficiale ritiene che il diabete sia l’aumento della glicemia dovuta a un difetto degli organi di controllo della glicemia e dell’insulina secreta dal pancreas.

I concetti sono oggi superati, per cui la cura proposta non si adatta alle condizioni della patologia.

Quando il midollo osseo va in sofferenza per una glicemia inferiore alla sua soglia glicemica, produce l’aumento della glicemia, limita la secrezione d’insulina, limita la glicosuria.

L’organismo cerca di rimediare al fatto che la glicemia sia scesa a un livello più basso della soglia di sofferenza del midollo osseo.

L’organismo cerca di rimediare al fatto che è cessata la produzione di nuovi globuli rossi, di nuova emoglobina, per cui viene a diminuire il nutrimento e l’ossigenazione delle cellule del corpo.

Quando si ha un attacco batterico il corpo aumenta la propria temperatura per reagire all’aggressione batterica.

Quando il midollo osseo si trova in difficoltà perché nel sangue c’è una glicemia inferiore alla sua soglia di sofferenza, per cui non può produrre abbastanza globuli rossi come dovrebbe, esso provoca l’innalzamento della glicemia in modo che essa sia maggiore della soglia di sofferenza del midollo osseo.

L’aumento della glicemia è contrastato dai medici, che applicano gli schemi di cura tradizionali, che al momento non trovano riscontro nei giovamenti da parte dei pazienti, ma che vengono caparbiamente adottati, anche se i risultati non ci sono.

La cura del diabete adottata dai medici è sempre la stessa.

Controllo della glicemia prima con la dieta, poi con le pillole ipoglicemizzanti, poi con l’insulina.

I risultati sono sempre gli stessi.

La dieta è ritenuta sufficiente perché il diabete non è ritenuto grave.

I pazienti sono contenti di fare la dieta perché il loro diabete non è grave.

Il diabete se la ride e continua la sua padronanza del corpo umano.

Con la dieta si cerca di limitare i pasti in modo che la quantità d’insulina prodotta dal pancreas sia sufficiente a trattare il glucosio prodotto dal cibo ingerito.

Questo è sbagliato.

Si cerca di utilizzare la quantità d’insulina prodotta dal pancreas, per cui il camionista, che consuma 3200 Kcal al giorno deve accontentarsi delle 1000 Kcal prodotte utilizzando l’insulina prodotta dal suo pancreas. Dopo due giorni le energie sono finite e il camionista deve cambiare mestiere.

La cura tramite la dieta può durare diversi mesi, anche diversi anni.

Nel frattempo il diabete ha fatto il suo corso indisturbato.

Il diabete si è aggravato.

Occorre passare alle pillole ipoglicemizzanti.

C’è l’imbarazzo della scelta.

Tutte le scelte sono volte a fare diminuire la glicemia, con ogni mezzo.

La glicemia dà fastidio, occorre eliminarla. Viva la Medicina.

Viva la Medicina tradizionale, che consegna i diabetici al loro destino.

La malattia se la ride, anzi sghignazza dei tentativi messi in opera.

Si arriva a bloccare la gluconeogenesi, si arriva a scaricare nelle urine il surplus della glicemia.

E il diabete avanza, perché non è questa la cura, che deve essere intrapresa per contrastare il diabete.

La cura messa in atto contrasta la glicemia, non il diabete, che indisturbato avanza e ringrazia l’ignoranza delle persone, che dovrebbero curare il diabete.

I pazienti sono contenti che il loro diabete non è molto grave, per cui non c’è bisogno dell’insulina.

Passa del tempo.

Il paziente è stato abbastanza zelante nel seguire le cure indicate dal medico, ma ci sono brutte notizie.

Il diabete si è aggravato. Occorre passare all’insulina.

Ma come? Ma perché?

Ultimo atto della tragedia. La Medicina pontifica che occorre utilizzare l’insulina somministrata dall’esterno.

In realtà il diabete è arrivato a un punto di gravità tale, per cui il paziente deve raccomandarsi l’anima a Dio.

Tutti gli sforzi messi in atto per curare il diabete sono rivolti alla diminuzione della glicemia confrontandola con i valori ,che hanno le persone sane, quelle non diabetiche.

Non ci vuole molto a capire che la cura è sbagliata.

Che tutti gli sforzi messi in atto sono un totale fallimento?

Che sono state consumate ingenti quantità di medicinali inutilmente.

Che sono stati buttati una marea di soldi in visite mediche a pagamento senza ottenere risultati.

Il paziente ha sempre applicato alla lettera le indicazioni suggerite dal medico, ed ora?

Il paziente si sente tradito, ma si adegua alle cure proposte dal medico.

Non può fare altro.

Il diabete ha fatto la propria strada e sta concludendo la vita del paziente diabetico.

Il diabete è incontrollato occorre amputare, mettere un pò di stent, fare cure estreme.

“Dottore, mi pare che ci vedo un po’ meno.”

La cura riprende rigorosamente.

La malattia comporta sofferenze, amputazioni, forse la cecità, forse piccoli infarti, forse altre sofferenze.

La conclusione della cura è la morte del paziente.

Avanti un altro.

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