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La patologia diabetica

Sintomi, analisi, diagnosi, terapia, eventuali complicanze tardive, queste sono le tappe caratteristiche del diabete, una malattia molto seria, assolutamente da non trascurare.

Il punto debole di questo percorso viene individuato del ritardo della risposta da parte del medico alle esigenze del paziente, cioè le indicazioni del medico sono sempre successive al verificarsi dei fenomeni.

La malattia ha quindi la possibilità di progredire, spesso nell’ombra, senza dare segni evidenti del suo evolversi.

C’è da osservare che il paziente non sempre segue le indicazioni del medico e che il medico le ripete pazientemente per alcune volte e potrebbe non più insistere, come dovrebbe.

Spesso risulta debole la convinzione da parte del medico di riuscire a controllare la malattia prima con la sola dieta, poi con i farmaci ipoglicemizzanti e in seguito con l’insulina.

Ciascuno di questi passaggi trova riscontro nelle mutate condizioni del paziente che non ha evidente giovamento dalla cura fino ad allora praticata.

Quando si arriva alla fase della somministrazione dell’insulina, il medico deve stabilire il dosaggio del medicinale e lo può fare solo in via approssimativa, basandosi su pochi valori di controlli effettuati: glicemia, emoglobina glicosilata, trigliceridi, …

Al paziente viene consigliato l’uso di uno strumento per la misura della glicemia e gli vengono fornite le istruzioni per procedere all’autocontrollo della glicemia.

Se il medico è abbastanza moderno consiglia anche di annotare i valori della glicemia in corrispondenza delle date e delle ore di effettuazione dei controlli.

Il dosaggio dell’insulina viene in tal caso effettuato in base ai valori medi riscontrati durante gli autocontrolli, che il paziente ha effettuato.

Questa è la prassi nella maggior parte dei casi.

Occorre migliorare queste procedure per ottenere risultati migliori.

Mi sembra corretto che il paziente diabetico proceda all’autocontrollo della glicemia.

Si può suggerire di fare un autocontrollo in corrispondenza di ogni somministrazione d’insulina, naturalmente a digiuno.

Si tratta di fare tre o quattro autocontrolli al giorno o “pro die”, come dicono i medici.

I risultati devono essere annotati su un quaderno con indicata la data e l’ora del controllo oltre al valore della glicemia riscontrata.

Il quaderno deve essere mostrato al medico curante in occasione della visita periodica, che si consiglia sia mensile, e allo specialista diabetologo almeno con frequenza trimestrale.

Il punto debole di queste procedure sta nel fatto che il medico può variare ed adattare la dose d’insulina in base ai valori medi riscontrati, salvo leggere variazioni di una o due unità suggerite in casi particolari.

Il lavoro di stima della dose d’insulina, fatto periodicamente dal medico può essere agevolato dall’ausilio fornito da un software studiato ad hoc, che consente di adattare la dose d’insulina con una precisione molto maggiore.

Il software sfrutta vari elementi per influire positivamente sulle condizioni del paziente.

Innanzi tutto e fondamentale è l’aspetto psicologico ottenuto mediante l’uso, anche ridondante, di grafici, che fissano l’andamento della glicemia in confronto con i limiti della compensazione.

Se il paziente nota che i suoi valori sono all’interno della zona di compensazione, (normalmente da 75 a 130 mg/dl), è evidente che provi un senso di soddisfazione, che lo spinge a cercare i ripetersi dell’evento e quindi a rifiutare dolcini e altro che potrebbero influire sulla glicemia.

Pericoloso risulta il fatto che a tavola molte volte la moglie o il marito di fronte a una pietanza non interamente consumata dica: “ E’ un peccato lasciarla, dai, finiamola.”

Il paziente diabetico pensando che avrebbe guastato il grafico delle glicemie, trova la forza per resistere e rifiutare di ingurgitare inutili sostanze, che andrebbero ad aumentare il glucosio nel sangue, cioè la glicemia.

Questo effetto psicologico dà origine a risultati non trascurabili.

Un altro effetto non trascurabile è dovuto al fatto che le dosi d’insulina iniettate in confronto ai pasti effettuati vengono sottoposti a indagine, per vedere se i risultati ottenuti sono confacenti con gli scopi che si volevano ottenere, cioè con il mantenimento della glicemia dentro il campo della compensazione.

Le dosi d’insulina vengono verificate e, in caso ce ne fosse bisogno, viene proposta una modifica.

Il vantaggio sta nel fatto che la modifica non riguarda il dosaggio d’insulina per tutti i possibili valori di glicemia, ma soltanto per campi ristretti di valori.

Attualmente i campi sono: 0-50-70-90-120-140-160-180-oltre180.

Sperimentato il software per circa un anno, si sono ottenuti i risultanti seguenti.

Prima dell’uso del software: ipoglicemie 10%, compensazione 30%, valori fino a 180 mg/dl 35%, valori fino a 250 20%, valori oltre 250 5%.

Con l’uso del software e insulina HM: ipoglicemie 10%, compensazione 55%, valori fino a 180 mg/dl 25%, valori fino a 250 10%, valori oltre 250 0%.

Con l’uso del software e insulina aspart: ipoglicemie 10%, compensazione 55%, valori fino a 180 mg/dl 30%, valori fino a 250 5%, valori oltre 250 0%.

Con ipoglicemie vengono classificati valori di glicemia inferiori a 75 mg/dl, normalmente tali valori sono maggiori di 60 mg/dl.

Non si tratta, quindi, di ipoglicemie molto pericolose.

E’ da precisare che il software interviene solo se i risultati non sono quelli della compensazione ed interviene in modo scientifico sfruttando i criteri di regolazione propri dei sistemi di regolazione dei controlli automatici, che sono alla base per la regolazione e la stabilizzazione dei segnali in elettronica.

Come tutti i software, il software di ausilio per il diabete viene aggiornato e migliorato abbastanza spesso per il raggiungimento dello stato ottimale.

L’effetto benefico in queste condizioni non può che migliorare continuamente.

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