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Cinque bambini e un ascensore

I bambini, sovente, guardano all’ascensore come a un grosso giocattolo. Per loro è estremamente divertente entrare e uscire in continuazione, saltare sul fondo molleggiato della cabina, chiamare l’ascensore, schiacciare un pulsante di cabina rimanendo all’esterno.

Tutto questo è sbagliato e i genitori farebbero bene a controllare sempre i bambini e i ragazzini perché l’ascensore non è un giocattolo.

L’ascensore è una grossa macchina che finché funziona bene è sicura, quando funziona male può diventare pericolosa.

La normativa stabilisce che i ragazzi di età inferiore a dodici anni devono essere accompagnati da almeno una persona che abbia età almeno di dodici anni.

I bambini e i ragazzi di età inferiore ai dodici anni non possono andare in ascensore da soli.

Il motivo di questa limitazione sta nel fatto che si ritiene rischioso per i più piccoli trovarsi da soli in caso di emergenza.

Cinque bambini giocavano un pomeriggio nelle stradine vicine al tempio di Apollo a Siracusa.

Facevano i soliti giochi dei bambini, si rincorrevano, giocavano con le palline, etc.

Ad un tratto sembrava che fossero spariti dalla circolazione, nessuno li vedeva più.

Verso sera le mamme cominciarono ad affacciarsi sugli usci delle loro case e a chiamarli a gran voce.

Nessuna risposta.

I bambini sembravano essersi volatilizzati.

Tutto il quartiere era in subbuglio.

Sembrava che i bambini fossero stati rapiti.

Intervennero le forze dell’ordine, ma nessun risultato.

Le famiglie non andarono a letto, vegliavano tutti per cercare i bambini.

Le speranze erano ormai ridotte al lumicino, quando una giovane dotata di un eccellente udito, disse che le era parso di sentire come dei pianti in lontananza.

I carabinieri si misero a seguire la giovane, che li guidava.

Arrivarono ad una struttura pubblica, uffici al momento fuori servizio, perché il palazzo era in ristrutturazione.

Di giorno c’era un cantiere edile con gli operai che lavoravano. Di notte il cantiere non era presidiato. Il portone principale era lasciato aperto. C’era l’energia elettrica.

Un grande sospiro di sollievo. I bambini erano rimasti bloccati dentro un ascensore.

I carabinieri entrarono nel locale del macchinario rompendo la porta e riuscirono, con grande perizia, a riportare la cabina a un piano e a liberale i bambini.

I bambini si erano messi a saltare dentro la cabina mentre la stessa scendeva. Era entrato in funzione il dispositivo paracadute, che aveva bloccato saldamente la cabina alle guide.

Le mamme non sapevano se continuare a piangere o cominciare a mollare qualche scappellotto.

Questa volta è finita bene.

In una cittadina all’interno della Sicilia, c’era un bambino che a quattro anni si divertiva a saltare dentro la cabina di un ascensore e a risaltarne fuori.

Era un gioco che egli faceva molto spesso e la sua mamma ne ammirava le evoluzioni.

Dal pianerottolo il bambino stava saltando verso l’interno della cabina, quando le porte di cabina si sono chiuse afferrandolo all’altezza delle spalle.

Prima che la mamma potesse intervenire, la cabina è partita in salita per fermarsi due piani più su.

Il bambino è stato dilaniato dall’ascensore.

L’ascensore era stato manomesso.

Poiché non funzionava, qualche ignorante lo aveva aggiustato.

L’ascensore non funzionava perché le porte di piano non erano “chiuse e bloccate” e i contatti di sicurezza delle porte non consentivano il movimento della cabina.

Il criminale ignorante aveva escluso i dispositivi di controllo di sicurezza delle porte, per cui la cabina partiva con le porte di piano aperte.

Non bisogna mai dimenticare che l’ascensore è una grossa macchina, che può anche uccidere.

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