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Furbizie

Il gioco del calcio dovrebbe essere improntato sempre alla massima lealtà e signorilità nei rapporti tra i giocatori, l’arbitro, i guardalinee e gli occupanti delle panchine.

Accade però che molto spesso si assiste ad atti di furbizia messi in atto dai giocatori di una squadra per provocare l’intervento dell’arbitro a proprio favore.

Si tratta spesso di simulazioni, ma anche di movimenti di gioco che sembrano configurare un fallo da parte dell’avversario.

Sono rimasto sorpreso dall’intelligenza di un giocatore che con un colpo di tacco ha alzato la palla all’altezza della mano dell’avversario, che lo seguiva a circa un metro di distanza.

Il malcapitato, che è stato colpito alla mano dal pallone, compiva un gesto istintivo quasi per togliere la mano ma il movimento risultante è stato come se egli avesse voluto fermare la palla con la mano.

L’arbitro ha fischiato il calcio di rigore.

Un’altra furbizia molto frequente è quella di simulare un fallo in area per avere assegnato un calcio di rigore.

Quando il giocatore prima di cadere porta le braccia in avanti sa di dover cadere e istintivamente porta avanti le braccia per ripararsi dai danni della caduta e quindi si sta buttando.

Ci sono giocatori che inclinano il proprio corpo in avanti, allungano le braccia e poi vanno ad impattare contro il corpo del portiere o la gamba di un avversario per avere assegnato il calcio di rigore.

Altro trucco messo in atto dall’attaccante è quello di piegare un piede verso l’interno alla caviglia.

In tal modo egli cade a terra come se fosse stato sgambettato.

L’arbitro non dovrebbe abboccare perché deve stare attento alla posizione dei piedi del giocatore che cade in area.

C’era tanto tempo fa un centravanti molto bravo a cadere con questo sistema e riusciva ad ottenere tanti calci di rigore.

Un altro modo per cadere è quello dell’auto sgambetto.

Un piede del giocatore, che cade, inciampa sull’altro suo piede.

Molte volte il giocatore cerca di passare tra due avversari, anche se lo spazio per passare non c’è, e finisce per terra invocando il calcio di rigore.

Molte volte il giocatore aggancia il piede dell’avversario e cade come se avesse subito uno sgambetto.

In occasione delle battute di calci di punizione o di calci d’angolo si assiste alle spinte degli attaccanti e agli abbracci, alle cinture dei difendenti.

L’arbitro qualche volta li richiama ma i giocatori continuano come prima.

Quando si battono le punizioni e si forma la barriera alcuni avversari si mescolano ai difensori che formano la barriera.

Quando il giocatore batte, questi giocatori a volte si tolgono per lasciare lo spazio al passaggio della palla, altre volte spingono i giocatori della barriera per creare confusione e liberare lo spazio per far passare la palla verso la porta

Le mani non dovrebbero essere usate nel gioco del calcio se non per battere le rimesse laterali o per le parate dei portieri.

L’unico contatto ammesso tra due giocatori è la carica di spalla, ma non deve essere violenta.

Le braccia vengono usate per superare un avversario, per dare gomitate sui fianchi e sul viso con la scusa che quando si salta occorre allargare le braccia per mantenersi in equilibrio.

Nelle azioni di gioco la simulazione più frequente è quella di fare intendere di essere stato colpito dall’avversario con un calcio o con una gomitata.

Il giocatore che è stato colpito con una gomitata al petto si getta per terra tenendosi il viso come se la gomitata l’avesse presa sulla faccia.

Molte volte il giocatore non viene toccato ma, se l’azione si svolge velocemente, fa finta di essere stato colpito e si accascia richiedendo l’intervento del medico e del massaggiatore.

Il giocatore, portatosi a bordo campo, viene miracolato con una spruzzata di medicamento ed entra in campo pimpante più di prima.

Dovrebbero essere puniti severamente i falli da dietro, quelli tattici e i tentativi di colpire con i tacchetti delle scarpe le ginocchia o il corpo dell’avversario.

Un’altra furbizia si è verificata nella battuta di un calcio d’angolo.

Un giocatore, molto bravo in verità, arpiona la palla e senza farla spostare dal punto in cui si trova, le fa compiere un giro su se stessa.

Poi si allontana come se volesse cedere ad un compagno il compito di battere il calcio d’angolo.

Il compagno raggiunge la palla nell’angolino del corner e passa la palla in avanti verso un ipotetico compagno che non c’è, poi egli stesso gioca la palla verso la porta approfittando della sorpresa suscitata negli avversari.

La mossa, studiata a tavolino, è sicuramente molto intelligente perché il regolamento prescrive che prima che la palla battuta possa essere giocata deve compiere un giro.

L’arbitro non si è scomposto è ha fischiato il fallo.

In occasione dei lanci degli attaccanti verso la porta avversaria diventa importante il fuorigioco.

Tralasciando i casi di non fuorigioco, per es., quando si batte il calcio d’angolo o la rimessa con le mani dalla linea laterale del campo, gli allenatori spesso mettono in atto la tecnica del fuorigioco.

I difensori avanzano per mettere in fuorigioco gli avversari.

Il momento in cui si deve individuare la posizione dei giocatori è quello in cui il giocatore, che effettua il passaggio, viene in contatto con la palla, la colpisce e la palla corre verso un compagno.

Qualche giornalista televisivo, che dispone della moviola, potrebbe fare una prova che consiste nel:

1.       Fissare il fotogramma in cui il giocatore, che effettua il lancio della palla, viene in contatto con la palla;

2.       Osservare la posizione dei giocatori, in particolare quella degli attaccanti e quella del secondo difendente.

3.       Fare scorrere in avanti i fotogrammi e fermarsi al fotogramma relativo al momento in cui la palla lascia il piede del giocatore.

4.       Apprezzare in questo momento le distanze percorse dagli attaccanti e dal secondo difendente.

5.       Sommare le due distanze: quella del giocatore cui è diretta la palla e che la giocherà e quella del secondo difendente se sono di verso contrario.

6.       Osservare che la somma delle distanze spesso è anche superiore al metro.

7.       In base al numero dei fotogrammi calcolare il tempo trascorso in millesimi di secondo dal momento in cui il giocatore tocca la palla al momento in cui questa lascia il suo piede.

Capita spesso che il giocatore pescato in fuorigioco si rivolga sorridendo al guardalinee e fa cenno di no con il dito della mano.

L’arbitro fa cenno di si con la testa e sorride.

Il giocatore spesso ha ragione, perché al momento in cui il compagno ha toccato la palla per calciarla egli era in posizione regolare, mentre, quando il guardalinee ha apprezzato le posizioni, la posizione del giocatore è sembrata irregolare.

Quando alla televisione si vede il replay con la moviola ci si dovrebbe fermare al momento in cui il giocatore, che effettua il lancio, tocca la palla e allora si vedrebbe che molti falli fischiati per fuorigioco sono in realtà degli errori arbitrali indotti da false valutazioni dei guardalinee.

Il guardalinee apprezza le posizioni non al momento in cui il giocatore, che effettua il lancio, comincia a toccare la palla, ma quando la sente partire, cioè con un ritardo di qualche decimo di secondo, per cui nel frattempo le posizioni dei giocatori sono cambiate.

Alcune volte il guardalinee non si trova in linea con il secondo difendente oppure rimane impallato dall’attaccante e non vede perfettamente la posizione del difendente.

Nel caso di dubbio il guardalinee dovrebbe astenersi dal sollevare la bandierina.

Ci sono giocatori che giocano sempre al limite del fuorigioco e sono da considerarsi come veri e propri specialisti del fuorigioco, ma molte volte vengono fermati per falli inesistenti.

La riflessione che si può fare è che queste furbizie vengono messe in atto nella speranza che l’arbitro abbocchi e se l’arbitro non le punisce severamente c’è il rischio che la partita degeneri.

L’ideale sarebbe che queste furbizie venissero sempre sanzionate severamente in modo da fare togliere il vizio di fare i furbi, per rispettare quelle condizioni di lealtà e sportività che dovrebbero essere proprie del gioco del calcio.

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