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Coronavirus

Il coronavirus è un flagello, che sta colpendo la popolazione mondiale.
Si possono fare delle riflessioni senza avere la pretesa che le stesse siano frutto di una ricerca scientifica, che al momento è del tutto assente.

Il coronavirus è un virus, come dice la parola.
La caratteristica più nota di questo virus è la notevole capacità di contagio di cui è dotato.
La trasmissione sembra avvenire per il passaggio del virus da individuo a individuo.
In particolare sembra che il contagio possa avvenire per le emissioni di particelle infette dalla bocca degli individui affetti dal coronavirus e la contemporanea captazione tramite le vie aeree da parte di altri individui, che così rimangono infettati.
Per limitare il contagio occorre rispettare una distanza di sicurezza tra persona e persona di almeno un metro, ma è consigliabile tenere una distanza di sicurezza anche maggiore.
Il contagio sembra poter anche avvenire se le mani dell’individuo sono venute a contatto con superfici infette o anche tramite una stretta di mano con persone infette.
Il virus presente sulle mani può infettare la persona quando le mani vengono a contatto con il volto e in particolare con gli occhi e le vie aeree, cioè la bocca e il naso.
In ogni caso occorre non toccare con le mani il proprio volto e in particolare la bocca, il naso, gli occhi.
In ogni caso è consigliabile lavarsi frequentemente le mani e disinfettarle, per sicurezza.
La prevenzione oggi è basata sul fatto che le persone devono stare ciascuno nella propria casa e non uscire, se non per motivi di estrema necessità, come andare in farmacia, andare a fare la spesa e altre incombenze non procrastinabili.
L’isolamento delle persone evita il contatto fra di loro e quindi limita la possibilità del contagio tra individui.
È molto importante il fatto che le persone stiano il più a lungo possibile nelle loro case e non vadano in giro.

Il corpo umano avverte la presenza del virus estraneo e reagisce, come fa di solito in casi simili, con la febbre.
L’attacco del coronavirus è caratterizzato inizialmente dalla febbre.
La febbre è molto forte e supera spesso i trentanove gradi centigradi.
Esistono medicinali per fare scendere la febbre, ma non esistono ancora dei medicinali che siano efficaci nella lotta contro i virus.
L’arma per combattere il coronavirus è il vaccino, che al momento non è disponibile.
Con gli antibiotici e altri tipi di medicinali si possono combattere le patologie provocare dal virus ma non il virus stesso.
Per selezionare le persone eventualmente affette da coronavirus è possibile usare il rilevamento a distanza della temperatura.
Una temperatura superiore a trentasette e mezzo gradi centigradi potrebbe essere indice di coronavirus.
Risultati più affidabili sono forniti dall’esame dei tamponi, che prelevano dalla gola i liquidi, che poi vengono esaminati e testati.
L’esito positivo dell’analisi dei tamponi deve essere confermato per avere una diagnosi certa di affezione da coronavirus.
L’esito negativo del risultato dell’analisi non sempre è affidabile e deve essere ripetuto per conferma.

Occorre riflettere su alcuni punti.
Questo virus penetra nel corpo umano e si collega alle singole cellule.
Per quale motivo?
Si può pensare che il coronavirus si collega alle cellule perché ne trae vantaggio.
Il coronavirus aggredendo le cellule può prelevare da esse nutrimento e informazioni.
Il coronavirus si nutre forse di glucosio, che può trovare nelle cellule, nell’emoglobina glicosilata, libero nel sangue.
Il coronavirus può prelevare informazioni dalle cellule.
Quali informazioni?
Il coronavirus può trovare l’RNA e il DNA dell’individuo e assumere le informazioni in essi contenute.
Nell’ RNA e nel DNA forse è registrata anche la storia pregressa dell’individuo.
In particolare al coronavirus interessano i punti deboli dell’individuo e cioè per es. le malattie pregresse, che l’individuo ha avuto.
La ricerca operata dal coronavirus può essere fatta in modo casuale e fra tutte le informazioni sono selezionate quelle che gli interessano maggiormente.
In particolare il coronavirus è attratto dalle malattie, che hanno afflitto l’individuo nel suo passato.
Il coronavirus registra queste passate patologie e agisce in modo da riattivare peggiorandole queste patologie.
In particolare se l’individuo ha avuto problemi ai polmoni, il coronavirus provoca una polmonite.
Attaccando l’emoglobina il coronavirus può fare mancare l’ossigeno ai polmoni e quindi al corpo dell’individuo.
Le persone ammalate, che presentano problemi ai polmoni, sono spesso sottoposte a ventilazione forzata nella terapia intensiva proprio per sopperire all’insufficiente ossigenazione dei polmoni.
Se l’individuo in passato ha avuto problemi agli occhi, il coronavirus può causare gravi congiuntiviti, e altre malattie agli occhi.

Per fare questo il corona virus si deve adattare alla patologia, che può scatenare nel corpo umano.
Si può formulare un’ipotesi, anche se non è supportata da alcuna rilevanza scientifica.
Il coronavirus muta la sua struttura interna per adattarsi ai punti deboli dell’individuo.
Ciascun individuo, colpito dal coronavirus, ha la sua forma personale di struttura del coronavirus.
Il coronavirus è capace di mutare per adattarsi all’individuo, che lo ospita.
Si può pensare che il coronavirus muti per adattarsi alle caratteristiche del singolo individuo, che è la sua vittima.
Come non esistono due individui uguali per la storia passata di patologie, che li hanno afflitti, così non esistono due coronavirus uguali tra loro, perché si sono modificati a seconda dei punti deboli del singolo individuo.
Se così fosse, ed è tutto da dimostrare, si può individuare e isolare un coronavirus ma non si può pretendere che sia un modello per tutti i coronavirus in circolazione.
Da ciò nasce la difficoltà, se non l’impossibilità di debellare il virus.

Giustamente si tende a limitare il contagio, cercando di isolare le persone tra loro.
I vaccini non sono stati ancora preparati e quelli esistenti per patologie simili, come l’influenza, non sembrano avere effetto
I vaccini esistenti per altre forme di virus non hanno efficacia per tutti i tipi di coronavirus, ma possono agire verso alcune forme del virus, lasciando scoperta la lotta verso tutte le altre forme.
L’unica forma di difesa sembra essere costituita dagli anticorpi.
Gli anticorpi possono essere generati dall’uso del vaccino, che al momento ancora non è disponibile.
Il vaccino, quando lo si potrà avere, potrà provocare la nascita degli anticorpi, che possono colpire una gran parte di coronavirus ma lascerà scoperte tutte le forme diverse del virus non previste, per le quali il vaccino non è efficace.

Il coronavirus colpisce gli uomini, piuttosto che le donne, le persone molto anziane piuttosto che i bambini.
Nei bambini la storia pregressa di patologie è molto scarsa se non nulla e il coronavirus non ha cosa trovare.
I bambini non offrono al coronavirus la possibilità di intervenire e svilupparsi, per cui il virus non ha grande successo sulla salute dei bambini.
Nelle persone anziane e in quelle molto anziane il coronavirus trova tutta una storia di patologie pregresse serie o molto serie e ha l’imbarazzo della scelta, per cui l’aggressione da parte del coronavirus si trova facilitata e gli organismi, già provati da serie malattie croniche, possono non superare l’attacco del virus.

Pare che si siano ottenuti risultati positivi iniettando nei soggetti colpiti da coronavirus il plasma prelevato da soggetti, che hanno già avuto il coronavirus e ne sono guariti.
La spiegazione di questo effetto positivo può essere ricercata nel fatto che iniettando nel soggetto ammalato di coronavirus il plasma di un’altra persona si tende a confondere il coronavirus, che si trova di fronte ad altri e diversi parametri di RSA e di DNA, per cui il coronavirus non sa come reagire.
In questo caso il coronavirus va in tilt e diminuisce la forza della sua azione deleteria per la persona ammalata.
Questo discorso andrebbe approfondito, perché potrebbe rappresentare una via d’uscita per curare la malattia.

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