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Diabete. Coefficienti di distribuzione.

Il diabete è una malattia molto seria, caratterizzata da alti valori della quantità di glucosio contenuta nel sangue, la glicemia.

Per controllare la glicemia si usano vari metodi.

Nella fase iniziale si ricorre a una dieta specifica povera di grassi e limitata nei carboidrati.

Se il pancreas non è in grado di fornire l’insulina richiesta per elaborare gli zuccheri contenuti nella dieta, il diabetologo prescrive l’uso di pillole ipoglicemizzanti, che stimolano il pancreas a produrre una maggiore quantità d’insulina.

È importante che il pancreas possa assicurare la quantità d’insulina richiesta per trattare i carboidrati e le altre sostanze contenute nei pasti, altrimenti la glicemia sale.

Se nonostante le pillole ipoglicemizzanti il pancreas non è in grado di fornire l’insulina necessaria occorre passare alle iniezioni d’insulina per assicurare la quantità d’insulina necessaria e trattare le sostanze contenute nel cibo.

L’insulina da somministrare dall’esterno è la quantità mancante, data dalla differenza tra la quantità d’insulina necessaria e la quantità d’insulina fornita dal pancreas.

L’insulina è un ormone, che serve a fare penetrare nelle cellule il glucosio contenuto nel sangue, che deriva dai cibi assunti.

Per tenere sotto controllo l’andamento della malattia diabetica tra l’altro si fa ricorso all’emoglobina glicata o glicosilata.

L’emoglobina glicata è la percentuale di emoglobina, che è istante per istante legata al glucosio rispetto all’emoglobina totale contenuta nel sangue.

Per conoscere il valore dell’emoglobina glicata si ricorre all’esame del sangue in laboratorio.

Sono in uso da qualche tempo programmi, che assumono in input i valori misurati della glicemia nel sangue capillare per fornire varie indicazioni per una migliore gestione della malattia.

In particolare è notevole il beneficio derivante da un programma su Excel, in VBA (Visual Basic Application), che elabora i dati in input della glicemia e fornisce una serie di tabelle e grafici, che sono di grande aiuto per la gestione del diabete.

Importante è la tabella che fornisce in base al valore della glicemia misurata sul sangue capillare la quantità d’insulina da iniettare.

La tabella è elaborata e aggiornata ogni dieci giorni aggiungendo o sottraendo un’unità d’insulina, se necessario in una o più delle trentadue caselle in cui è divisa la tabella.

I grafici di maggiore interesse riguardano l’emoglobina glicosilata, che è determinata in base alla formula fornita già da qualche tempo dai diabetologi americani dell’ADAG (A1c-Derived Average Glucose).

Nello studio fornito dall’ADAG sono state indicate le formule, che legano i valori di HbA1c espressi in percentuale alla glicemia media AG (Average Glucose) espressa in mg/dl.

AG[mg/dl] = 28.7 * HbA1c[%]  − 46.7

Il valore della “glicemia media” così ricavato è utile per conoscere quale sia stato l’andamento medio della glicemia degli ultimi tre mesi.

Per creare la formula del HbA1c% virtuale occorre esplicitare:

HbA1c[%] = (AG[mg/dl] + 46.7) / 28.7

La formula lega l’emoglobina glicata alla glicemia media nel periodo di vita dell’emoglobina e quindi dei globuli rossi, che è di circa tre mesi.

L’applicazione di questa formula consente di ricavare il valore presunto dell’emoglobina glicata.

Rimane da conoscere quale valore occorra assumere come glicemia media (AG) da introdurre nella formula.

Per ricavare il valore della glicemia media da introdurre nella formula occorre risolvere il problema di come si distribuiscono i legami tra emoglobina e glucosio nell’arco dei novanta giorni, che si assume come periodo di vita dell’emoglobina.

La medicina considera che il legame sia egualmente presente nelle molecole di emoglobina per tutti i novanta giorni, cioè che la distribuzione sia costante nel tempo.

In questo caso le molecole di emoglobina, che sono legate al glucosio, sono il 33.33% nel primo mese, il 33.33% nel secondo mese e il 33.33% nel terzo mese.

Nella figura la distribuzione è rappresentata dalla retta di colore verde.

Emoglobina attiva per giorni

Emoglobina attiva per giorni

 

Un secondo criterio ipotetico di distribuzione considera più inclini al legame le molecole di emoglobina di nuova formazione.

I valori in percentuale sono indicati in figura con la curva di colore rosso.

Si considera una distribuzione, che rimane costante mensilmente.

Si hanno i coefficienti di distribuzione: f30 = 54, f60 = 33 e f90 = 13.

In pratica si ritiene che le emoglobine del primo mese siano interessate al 54% dei legami con il glucosio, quelle del secondo mese al 33% dei legami e quelle del terzo mese al 13% dei legami.

I valori della glicemia sono moltiplicati per i coefficienti di distribuzione e dalla media si ottiene il valore della glicemia media AG da inserire nella formula.

Un terzo criterio ipotetico di distribuzione considera più inclini al legame le molecole di emoglobina di nuova formazione.

I valori in percentuale sono indicati in figura con la curva di colore blu.

Si considera una distribuzione, che rimane costante per quindici giorni e cambia di valore ogni quindici giorni.

Si hanno i coefficienti: g15 = 65, g30 = 55, g45 = 37, g60 = 24, g75 = 14 e g90 = 5, la cui somma questa volta è 200 e bisogna tenerne conto nel fare la media.

Con questo criterio di distribuzione si ritiene che alla glicazione contribuisca il 32.5% delle molecole di nuova formazione, nate da non più di quindici giorni e il 27.5% delle molecole di età compresa tra 15 e 30 giorni.

In questo caso alla glicazione contribuisce il 60% delle molecole di emoglobina nate nel primo mese.

I valori della glicemia sono moltiplicati per i coefficienti di distribuzione e dalla media si ottiene il valore della glicemia media AG da inserire nella formula.

Nella figura sono presenti tre curve, che rappresentano i coefficienti di distribuzione dell’emoglobina in base alla sua età.

Dopo qualche anno di sperimentazione dei coefficienti di distribuzione i valori si sono assestati su valori accettabili.

Occorre tenere presente che le analisi di laboratorio possono avere errori di circa il 5-6%, il che comporta variazioni sui valori assoluti in più o in meno anche dello 0.5%.

Occorre tenere anche presente che la distribuzione dei legami in base all’età delle molecole non si deve ritenere costante ma variabile in base al numero di molecole di emoglobina, al numero di molecole di glucosio, alla possibilità di sostituire prontamente le molecole, che vanno a cessare e da altre condizioni al momento ritenute non molto importanti.

Inseriti nella formula i valori della glicemia media, determinati con il contributo dei coefficienti di distribuzione, si ottengono le curve, che rappresentano i valori dell’emoglobina glicata.

Si hanno tre curve rispettivamente di colore verde, rosso e blu.

Ciascuna curva mantiene il colore dei coefficienti di distribuzione di derivazione.

La curva di colore verde considera che i legami interessino l’emoglobina in maniera costante durante l’intero periodo di tre mesi.

La curva di colore rosso considera che i legami interessino l’emoglobina secondo i criteri di distribuzione variabili mensilmente.

La curva di colore blu considera che i legami interessino l’emoglobina secondo i coefficienti di distribuzione che variano ogni quindici giorni.

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Dalle tre curve combinate tra loro con un criterio messo a punto in diversi anni secondo il confronto con i dati dell’emoglobina glicata rilevabile dai referti dell’esame di laboratorio, si ricava la curva definitiva dell’emoglobina glicosilata.

La curva è abbastanza precisa e fornisce in ogni momento il valore dell’emoglobina glicosilata o glicata.

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Le tre curve dell’emoglobina glicata riferentisi a condizioni diverse di distribuzione dei legami tra emoglobina e glucosio hanno fornito lo spunto per la creazione di due coefficienti molto importanti: i coefficienti Hb e Hb11.

Il coefficiente Hb si ricava dalla differenza tra i valori della curva di colore rosso e quelli corrispondenti della curva di colore verde.

Tale differenza è moltiplicata per dieci.

Il coefficiente Hb11 si ricava dalla differenza tra i valori della curva di colore blu e quelli corrispondenti della curva di colore verde.

Tale differenza è moltiplicata per dieci.

I coefficienti Hb e Hb11 sono influenzati dall’andamento del tracciato dell’emoglobina glicata e sono molto sensibili alle variazioni perché i valori delle differenze sono moltiplicati per dieci.

I valori dei coefficienti Hb e quelli dei coefficienti Hb11 dovrebbero essere compresi tra 3 e 5 e in tal caso la salute dei pazienti diabetici non desterebbe alcuna preoccupazione.

Valori dei coefficienti Hb e Hb11 minori di tre stanno a indicare una diminuita partecipazione alla glicazione delle molecole di emoglobina di nuova formazione.

Valori minori di due possono indicare una certa difficoltà nella formazione di nuovi globuli rossi e di emoglobina.

Valori superiori a cinque possono verificarsi con valori di glicemia un poco più grandi di quelli accettabili per la compensazione glicemica.

L’ideale per la compensazione sarebbe riuscire a mantenere la glicemia sul sangue capillare a valori compresi tra 91 e 99 mg/dl, equivalenti a valori di glicemia sul sangue venoso tra 111 e 119 mg/dl.

In tal caso il programma di controllo della glicemia dà risultati confortanti e spinge a continuare con serietà nella gestione della malattia diabetica.

Molta importanza è data agli stimoli psicologici, che spingono il paziente a impegnarsi per tenere sotto controllo la glicemia, per cui valori di glicemia sui capillari maggiori di 100 mg/dl di solito sono considerati con un certo disappunto e spingono a capire quale componente del cibo è stato mangiato in eccesso e a correggere l’alimentazione in modo che simili disavventure non abbiano a verificarsi in futuro.

Tenere sotto controllo costante la glicemia e l’emoglobina glicata aiuta a non esagerare con il cibo e a mantenersi su valori accettabili per fronteggiare la malattia diabetica.

 

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