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Diabete. La prevenzione oggi.

Per capire cosa sia la prevenzione del diabete oggi basta guardare i risultati della ricerca mediante Google, ponendo come argomento: “Diabete Prevenzione”.
Bisogna innanzi tutto distinguere tra il diabete tipo uno e il diabete tipo due.
Per prevenire il diabete tipo uno, insulino-dipendente, si propone la ricerca di anticorpi particolari nell’analisi del sangue e si consiglia di non stressare il pancreas, cioè si rimanda alla prevenzione del diabete tipo due, non insulino-dipendente.
Per prevenire il diabete tipo due si propongono il controllo dietetico e l’attività fisica.
Si può prevenire il diabete diminuendo il peso corporeo, nel caso in cui si sia in sovrappeso o obesi, e in particolare è importante la riduzione del cordone di grasso addominale all’altezza dell’ombelico.
Pare che questo grasso addominale abbia la sua importanza per le conseguenze a livello cardiaco.
Si dice che una riduzione del peso corporeo di quattro o cinque chili può ridurre il rischio di contrarre il diabete del 30%.
L’attività fisica aiuta molto e si consiglia di fare delle passeggiate tutti i giorni camminando a passo svelto per una mezz’ora.
Per quanto riguarda la dieta si consiglia di limitare il consumo dei grassi, dei dolci e delle bevande zuccherate.
Occorre limitare il consumo dei grassi saturi, delle margarine, dei grassi idrogenati.
Il consumo di olio extravergine di oliva, di pesce, degli omega tre e degli antiossidanti non farebbe male.
Si consiglia di aumentare il consumo dei cibi ricchi di fibre, dei legumi, degli ortaggi e della frutta.
Si consiglia di preferire gli alimenti a basso indice glicemico.
Si consiglia di calcolare il proprio indice di massa corporea (= peso/ altezza2) (kg/m2) e cercare di portarlo il più vicino possibile al valore di 25.
Una persona è considerata ad alto rischio di contrarre il diabete se:
• Ha genitori o fratelli diabetici;
• È in sovrappeso;
• Ha almeno uno tra colesterolo, trigliceridi e uricemia superiore alla norma;
• Ha il colesterolo HDL, quello buono, basso;
• È affetta da ipertensione arteriosa;
• È aterosclerotica;
• Ha avuto in passato episodi di glicemia superiori alla media delle persone sane;
• È donna che ha avuto diabete in gravidanza o che ha partorito figli di peso superiore a quattro chili;
Per la diagnosi precoce del diabete mellito è indicato il metodo del dosaggio della glicemia a digiuno da almeno otto ore e due ore dopo il pasto.
Secondo l’OMS se il valore della glicemia supera i 126 mg/dl e/o il valore della glicemia due ore dopo il pasto supera i 180 mg/dl vuol dire che il soggetto è diabetico.
In tal caso il medico curante invierà la persona a un Centro Diabetologico per le procedure terapeutiche del caso.
È evidente che i consigli sono ottimi e valgono per tutti e non soltanto per i possibili candidati a contrarre la malattia del diabete.
Quello che mi lascia perplesso è il concetto stesso di prevenzione, che tali indicazioni dovrebbero conseguire.
La prevenzione è la serie di provvedimenti da mettere in atto per annullare il rischio o, nel caso ciò sia impossibile, per ridurlo considerevolmente.
La prevenzione del diabete è efficace se impedisce il manifestarsi della malattia.
I consigli proposti sono utilissimi sia che ci sia il rischio diabete, sia che tale rischio non ci sia.
Il punto debole di tali procedure è che bisogna aspettare che si raggiungano i 126 mg/dl per diagnosticare il diabete, mentre si potrebbe prevedere molto tempo prima che il soggetto sarà affetto in futuro da diabete.
Per determinare con largo anticipo che la persona in esame contrarrà il diabete, si può adottare il metodo già illustrato in un precedente post del quale si dà il link:
http://club.quotidiano.net/corrado_vinci/diabete_prevenzione
Il concetto è semplice.
La persona a rischio di contrarre il diabete si deve sottoporre periodicamente ad analisi del sangue per determinare il valore della glicemia.
Se la persona è destinata ad ammalarsi di diabete avrà valori della glicemia a digiuno crescenti nel corso degli anni, fino a raggiungere gradatamente il valore limite di 126 mg/dl, che è indicato dall’OMS come valore indice della malattia diabetica.
Osservando i valori delle analisi fatte in precedenza è possibile costruire un grafico, la cui linea di tendenza in estrapolazione è indicativa di quello che sarà lo stato del soggetto dopo un certo numero di anni.
La differenza sta nel fatto che in questo modo il rischio concreto di diabete può essere rilevato in anticipo anche di alcuni anni e questo è molto importante per una malattia come il diabete.
Con i metodi tradizionali quando si arriva a dosare la glicemia a 126 mg/dl il diabete è in atto da almeno sette anni.
E si sono perduti tanti anni inutilmente.
Intervenire con un largo anticipo, che può essere anche di dieci e più anni, è senza dubbio fondamentale in una malattia come il diabete.
Rimane l’utilità di fare un’alimentazione sana ed equilibrata e di correggere la tendenza al sovrappeso facendo un poco di moto giornalmente.
Si nota una certa insufficienza delle misure proposte, che comunque non sortiscono l’effetto sperato se è vero, come è vero, che il diabete è continuamente in aumento nel mondo.
Le misure proposte sono inefficaci, dato che la malattia è in continuo aumento.
Occorre agire con largo anticipo per potere prendere i provvedimenti più opportuni.
Intervenire con largo anticipo potrebbe garantire anche una riduzione della diffusione della malattia.
Ci sarebbe un’inversione di tendenza.
Attualmente la medicina corre dietro alla malattia.
I medici prescrivono tanti medicinali, tanti farmaci, ma lo fanno sempre dopo che la malattia si è consolidata e ha assunto dei connotati preoccupanti.
È l’evento cardiaco che determina l’assunzione della cardioaspirina.
È l’eccessiva glicemia che determina l’assunzione d’insulina.
È l’ipertensione che determina l’assunzione di farmaci anti ipertensivi.
Il medico non fa altro che prescrivere una grande quantità di medicinali, che, anche se cercano di correggere i valori alterati, non hanno alcun effetto curativo, non fanno recedere dalla malattia, verso una impossibile guarigione.
E quando arrivano le complicanze, occorre intervenire, ma la malattia procede sempre inesorabile, anche perché è stata diagnosticata con notevole ritardo.
Prevenzione significa anticipare la malattia, cercare di diagnosticarla quando è ancora latente e non si è ancora manifestata.
Gli interventi a posteriori sono inutili come prevenzione, sono utili soltanto per cercare di limitare i danni.
Ma i danni si sa che ci saranno e saranno sempre più difficili da accettare.
Occorre arrestare il lento progredire della patologia.
Occorre intervenire per tempo, se si vogliono ottenere dei risultati concreti.
La professione medica oggi pare che si riduca soltanto alla compilazione di ricette, alla continua prescrizione di tanti farmaci, che non guariscono, anche se alleviano le conseguenze della malattia.
Occorre aggiornare la procedura della prevenzione, adottando forme più moderne ed efficaci per prevenire la malattia, se si vogliono ottenere risultati accettabili.
Le persone sono restie a modificare il loro stile di vita e prendono sotto gamba i consigli del medico relativi alla dieta e al movimento per uscire da una vita sedentaria.
Se il medico potesse dire: “Egregio signore, è previsto che tra dieci anni, mese più mese meno, Lei contrarrà il diabete. Che cosa intende fare?”, le persone si convincerebbero subito a prendere i giusti provvedimenti curativi.
E il diabete farebbe meno paura.

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