Categorie

Diabete. La storia. 02.

16)    Glicemia. La compensazione con la dieta.

 

Sono da evitare gli alimenti ricchi di zuccheri, come i dolci, l’uva, i fichi, le banane.

[La dieta deve comprendere un po’ tutte le sostanze considerando le kilocalorie apportate da ciascuna sostanza. Il limitare le kilocalorie apportate con il pasto per rendere bastevole l’insulina secreta dal pancreas è sbagliato, perché non considera la compensazione energetica. Compensare mangiando poco è sbagliato, perché il diabetico è sottoalimentato nei confronti dell’energia, di cui ha bisogno per vivere.]

 

17) Glicemia. La compensazione con le pillole.

Non bisogna mai correre appresso alla glicemia aumentando e diminuendo la dose delle pillole in maniera lineare.

Si avrebbe quella che si chiama “regolazione statica”, che porta instabilità e il paziente oscillerebbe tra stadi di ipoglicemia e stadi di coma diabetico.

Un riferimento al gradiente della variazione della glicemia porta alla “regolazione astatica” che è accettabile ma non è l’optimum.

La forma più accettabile di regolazione è quella mediante “feedback” o a retroazione o a reazione, basata sullo studio delle variazioni della glicemia in base ai pasti precedenti, al lavoro fatto, alle calorie consumate, a eventuali arrabbiature, insomma facendo uno studio accurato del diagramma di carico e della sua copertura per la compensazione.

[La regolazione del dosaggio dell’insulina, secondo i criteri di regolazione sperimentati nei “Controlli automatici”, prevede la considerazione della feedback, cioè dell’esperienza precedentemente acquisita. Il dosaggio dell’insulina fatto al computer tiene conto della feedback.]

 

18)    Glicemia. La compensazione con l’insulina.

Quando si arriva a parlare di iniettare insulina, vuol dire che il diabete è arrivato al suo stato di gravità, che comporta l’apporto di insulina dall’esterno.

[Questo concetto di legare l’uso dell’insulina alla gravità della malattia è inesatto. Vista la pericolosità degli effetti secondari di certe pillole ipoglicemiche è necessario passare all’insulina quanto prima è possibile.]

Occorre stare molto attenti al fatto che la pectina contenuta nella marmellata e nella confettura di frutta ha un effetto ritardante nella formazione del glucosio e nel paziente insulino-trattato c’è il rischio di ipoglicemia, per cui è meglio che i diabetici non mangino prodotti contenenti pectina.

Occorre sempre conoscere il livello glicemico prima di fare l’iniezione d’insulina e ciò è sempre necessario se i valori misurati per es. al mattino non sono stabilizzati ma variano.

[È importante sapere che la pectina non favorisce la formazione del glucosio, anche se si ingeriscono bustine di zucchero. Se si è in ipoglicemia bisogna non mangiare confettura o marmellata. Occorre prendere bustine di zucchero o farsi fare un’iniezione di glucagone, acquistabile in farmacia come monodose, che si deve usare esclusivamente in caso di grave ipoglicemia.]

Ciascun diabetico avrà dal proprio medico il dosaggio più idoneo per lui.

Occorre notare la necessità dell’autocontrollo della glicemia per potere regolare la dose dell’insulina nella maniera più opportuna.

Se non si conosce il livello glicemico presente nel sangue al momento dell’iniezione si corrono inutili rischi.

[Il paziente diabetico deve stare sempre a contatto con il proprio medico e farsi guidare L’autocontrollo della glicemia è fondamentale. Non bisogna mai iniettarsi insulina senza conoscere il valore della glicemia al momento dell’iniezione.]

 

19)    Diabete e assistenza sanitaria.

Il paziente deve fare delle analisi periodiche del sangue per verificare i valori caratteristici, che indicano il suo stato di salute, per es. emoglobina glicosilata, colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi, creatininemia, etc…

Quando si presenta dal medico gli viene chiesto: “Ma a lei queste analisi chi gliele ha prescritte? Lo sa che per la circolare dell’Assessore non possiamo prescrivere analisi se non dopo che siano trascorsi almeno quattro mesi dalla precedente. Questa volta gliele prescrivo ma dovrò fare una relazione per giustificare questa prescrizione anomala.”

[I servizi resi dalla pubblica amministrazione non sono idonei a curare al meglio i pazienti diabetici. I medici di famiglia temono conseguenze, se prescrivono le analisi. Altri medici prescrivono solo medicine a totale carico del paziente.]

Il paziente, che decide di sottoporsi all’auto controllo, si sottopone alla visita dello specialista diabetologo, che dovrà fissare il numero dei controlli della glicemia da effettuare.

Il diabetologo giudica, per es., che cinquanta controlli al mese sono sufficienti.

Il paziente sarà costretto a farsi delle iniezioni d’insulina senza conoscere qual’è il livello del tasso glicemico del suo sangue.

[Il paziente diabetico non è assistito come si dovrebbe ed è esposto a pesanti conseguenze per la mediocre assistenza medica, che gli è offerta dal servizio sanitario nazionale. È una forma di burocrazia, che espone il paziente diabetico a tutte le brutte conseguenze, cui è esposto per una cattiva gestione della malattia.]

 

20)    Diabete e retinopatia.

Occorre ancora una volta sottolineare che l’unica forma di difesa, che rimane al soggetto diabetico è quella di ricercare con costanza la compensazione della glicemia, cioè quella di mantenere il livello glicemico a digiuno compreso nell’intervallo di compensazione, cioè il glucosio deve stare tra 80 e 120 mg/dl.

[Molto importante risulta essere il valore dell’emoglobina glicosilata, che dovrebbe essere inferiore al 7% per avere una certa tranquillità e per non incorrere nella retinopatia diabetica e in altre complicanze tardive.]

 

21)    Sanità.

Il principio è sempre lo stesso: si vuole diminuire la spesa sanitaria.

In nome di questo principio si aumentano a dismisura i posti di dirigente, si aumenta il numero delle ASL, si aumentano le spese per sempre un maggior numero di personale assunto.

Si comincia con l’assumere personale addetto alle pulizie e prima che i neo assunti possano imbracciare scopa e palettoni, con delibera del consiglio di amministrazione, i neo assunti vengono riqualificati come personale di concetto e così via verso brillanti carriere.

Quella che non migliora è la qualità dei servizi resi, anzi si può dire che c’è un continuo peggioramento.

[Le strutture sanitarie sembrano fatte per assicurare nuovi posti di lavoro, mentre i servizi talvolta possono essere di scarsa qualità.]

La riduzione del numero dei posti letto e l’instaurazione delle liste d’attesa sono ritenute a livello mondiale come espedienti per diminuire la spesa sanitaria e le autorità sanitarie italiane hanno preso alla lettera queste osservazioni a livello mondiale per peggiorare la qualità dei servizi resi ai pazienti.

Quando un paziente ammalato di tumore si rivolge alla struttura pubblica per un esame, per una visita, per un’operazione si vede fissare un appuntamento per quel servizio a distanza di mesi se non di anni.

[Oltre a ciò è stata instaurata la difficoltà a prescrivere medicinali di un certo costo, che sono prescrivibili solo a chi ne fa già uso e dietro piano terapeutico.]

 

22)    Un foglio elettronico per il diabete.

Inserendo i dati nel computer, questo indica per esempio la quantità e la qualità di insulina da iniettarsi.

[Il programma introdotto nel computer analizza i dati, che sono i valori della glicemia misurati prima dei pasti e indica i valori d’insulina da iniettare. Il programma tiene conto della feedback, cioè dell’esperienza precedente e dosa l’insulina in maniera corretta. Il risultato è che si raggiunge e si mantiene sempre la compensazione o quasi sempre.]

 

23)    Assistenza sanitaria.

Nei casi di insufficienza dei servizi resi dal personale medico e ove il dirigente non voglia rinforzare il numero di medici addetti al servizio, occorre che qualcuno pensi bene di sostituire, previo licenziamento, il direttore del servizio risultato inefficace.

[I dirigenti dei servizi sanitari spesso esercitano la professione medica solo in intramoenia, cioè a pagamento da parte dei pazienti. Il numero dei medici destinati ai servizi è sempre insufficiente, per cui si hanno liste d’attesa spesso lunghissime. La non funzionalità dei servizi è la norma e i pazienti ne fanno sempre le spese.]

Occorre che si facciano ispezioni sanitarie approfondite e che vengano licenziati tutti quei dirigenti incapaci, messi in posti di responsabilità dai politici, senza che essi abbiano le garanzie minime di professionalità per ricoprire posti dirigenziali di responsabilità.

[La sanità serve ad assicurare il posto agli amici e qualche volta anche a curare i pazienti bisognosi di cure e senza notevoli ritardi dovuti alle liste d’attesa.]

Un fatto caratteristico dell’animo del personale medico e paramedico verso i pazienti è palesato quando un paziente porge la mano in segno di saluto.

Al paziente vengono concesse solo le estremità delle dita della mano, come a disdegnare quel paziente, che si è preso la confidenza ed ha osato tendere la mano al medico o all’infermiere.

Un altro fatto caratteristico del medico o dell’infermiere è quello che nella struttura sanitaria ci sono i medici, che sono “dottori” e tutti gli altri sono “signori”, anche se si tratta di grandi scienziati o di eminenti professionalità.

Occorrerebbe intervenire sulla preparazione mentale di medici e infermieri nei loro rapporti con i pazienti.

Un medico una volta mi ha detto che i pazienti vengono tollerati a stento perché i pazienti danno quasi fastidio.

Lungo questa strada l’assistenza sanitaria risulta essere bacata con false credenze di superiorità, basate molto spesso sull’ignoranza.

[Questi atteggiamenti possono diventare patologici e condurre medici e infermieri, per fortuna pochissimi, a provocare la morte dei pazienti, che dovrebbero curare.]

 

24)    Diabete. Terapia insulinica.

Gli zuccheri, che si trovano nei cibi, sono trasformati in glucosio e sotto tale forma rimangono nel sangue del paziente diabetico in quantità eccessiva.
Ciò è dovuto al fatto che un ormone, l’insulina, che è necessario affinché il glucosio penetri nelle cellule del nostro corpo, non è secreto in quantità sufficiente.

[Il fatto che il glucosio rimanga nel sangue e non attraversi le membrane cellulari per nutrire i muscoli è tipico del paziente diabetico. La medicina, invece di fare passare il glucosio verso le cellule dove è destinato, fa una cosa inspiegabile, cioè rimuove il glucosio dal sangue con ciò venendo ad annullare la spinta, che la concentrazione del glucosio nel sangue potrebbe dare verso il passaggio del glucosio nelle cellule. La qualità dell’insulina disponibile non è buona e non è quella adatta. Occorre semplicemente iniettare insulina buona, per cui il glucosio giunga a destinazione, nelle cellule. A chi giova il fatto che il glucosio, invece di passare nelle cellule, sia eliminato dal sangue? A chi giova questo andazzo della cura?]

Lo scaglionamento dei controlli è sbagliato perché parte da convinzioni sbagliate.
Il medico che consiglia lo scaglionamento dei controlli non tiene conto del fatto che l’organismo non ha più alcun potere di controllo sulla secrezione dell’insulina, perché l’insulina non la secerne più il pancreas ma viene introdotta dall’esterno tramite iniezione.
La conseguenza è che non si può ritenere che il valore di glicemia misurato oggi sia lo stesso che si misurerebbe domani o poco diverso.

[Uno degli esempi di cattiva gestione del diabete dovuto a false supposizioni, come quella che il valore della glicemia sia da considerare non una grandezza istantanea, che varia di momento in momento, ma che sia costante dipendente soltanto dal momento della giornata. La mattina è tanto, a mezzogiorno tanto, la sera tanto. È questa falsa credenza che porta a una cattiva gestione del diabete e chi ne fanno le spese sono i pazienti, soltanto i pazienti, che vengono curati male se non malissimo.]

Il software regola il dosaggio dell’insulina in maniera molto dolce, quasi impercettibile, finché i valori di glicemia siano tutti nel campo della compensazione.
Il software sostituisce quella funzione, che era svolta nel nostro corpo dal sistema di regolazione dell’insulina in base alla glicemia e si può ritenere che svolga la funzione di sostituto del pancreas, cioè quella di un modello matematico del pancreas.

[È il computer, che può sostituire il pancreas nella stima del fabbisogno d’insulina a seconda delle condizioni previste nel software.]

 

25) Diabete. Dosaggio insulinico.

Alcuni si basano sul computo delle calorie assunte con i cibi durante i pasti.
Altri si basano su una percentuale del peso corporeo.
Altri ancora si basano su una tabella con il dosaggio in base al valore della glicemia rilevata all’autocontrollo.

[Ci sono vari criteri e generalmente ciascun medico adotta quello che ritiene che gli abbia dato risultati migliori. L’uso del computer per il dosaggio insulinico finisce con l’essere il sistema migliore.]

 

26) Diabete. Microinfusione.

Quando si attua la terapia insulinica, vuol dire che il diabete è in uno stadio abbastanza serio della malattia e non è possibile curarlo con la sola dieta né con le pillole ipoglicemizzanti.
La terapia insulinica prevede due strade: le iniezioni d’insulina o l’uso del microinfusore d’insulina.
La scelta dipende dal tipo di diabete e dallo stato in cui si arriva alla terapia.

[La teoria in base alla quale si deve arrivare all’insulina in ultima analisi qualora la malattia sia arrivata allo stato più grave è una scelta sbagliata. L’insulina è l’unico sistema per fare oltrepassare al glucosio le membrane cellulari e nutrire i muscoli. Perdere tempo con diete e pillole varie è solo una grave perdita di tempo, che il diabete non perdona essendo una malattia, che lavora nell’ombra specialmente se è lasciato libero di agire indisturbato.]

Il microinfusore si usa in genere per i pazienti affetti da diabete giovanile anche con età al di sotto dei dieci anni.
L’unica osservazione che si è fatta riguarda una maggiore facilità di incorrere nella chetoacidosi, che costituisce un problema non insignificante.
Con l’ausilio del software però è evitata la possibilità di conseguire valori molto alti di iperglicemia e valori troppo bassi di ipoglicemia, perché a regime la regolazione diventa ottimale e assicura un livello glicemico molto accettabile.

[Il microinfusore è un modo di iniettare insulina in modo continuo con dei boli in corrispondenza dei pasti principali. Se l’organismo dovesse andare in sovraregolazione e causare guai per momenti di ipoglicemia seguiti da momenti di iperglicemia senza trovare la stabilizzazione, allora è meglio abbandonare il sistema del microinfusore.]

 

27) Diabete. Iniettare insulina.

Uno dei problemi che si presentano più di frequente è quello di scegliere il modo di somministrare l’insulina.
Esistono tre modi diversi: l’iniezione con la siringa, l’iniezione con la penna e la somministrazione continua tramite microinfusore.

[Per il diabete tipo 2 la soluzione, che oggi si adotta spesso, è quella dell’iniezione con la penna.]

Usare la siringa può essere laborioso, perché occorre riempirla aspirando per prime le insuline rapide e poi quelle lente.
Il motivo è che se una goccia d’insulina lenta dovesse inquinare l’insulina rapida, l’intero flacone d’insulina rapida risulterebbe contaminato e si perderebbe la rapidità d’intervento dell’insulina rapida
.

[Usando la penna si possono iniettare anche insuline premiscelate per es. 70/30, 50/50, 30/70.]

Per la laboriosità della microinfusione sembra sconsigliabile questa tecnica, che se in futuro dovesse avere dei miglioramenti sostanziali potrebbe anche essere molto interessante.
Una modifica sostanziale potrebbe essere fatta rendendo modificabile automaticamente entro certi limiti la quantità d’insulina basale su comando dato dal piccolo computer interno al microinfusore in base ai valori di glicemia rilevati in automatico.
In questo caso il microinfusore diventerebbe un modello di pancreas e acquisterebbe un’importanza fondamentale per il controllo del diabete.

[La microinfusione non ha fatto questi passi fondamentali, per cui l’iniezione più comoda risulta essere sempre quella tramite la penna.]

 

28) Morte in sala operatoria

[È un post importantissimo da leggere tutto per assimilare i concetti fondamentali della sicurezza in sala operatoria.]

 

29) Diabete. Riflessioni.

L’argomento che si vuole trattare riguarda la somministrazione d’insulina ai pazienti diabetici, ex tipo due, trattati con insulina.
Questi pazienti hanno una certa difficoltà a produrre autonomamente la quantità d’insulina che è loro necessaria per trattare il glucosio derivante dai loro pasti e far sì che il glucosio possa nutrire le cellule del corpo.
Nel paziente diabetico la difficoltà a fare penetrare il glucosio nelle cellule è la causa dell’accumulo del glucosio nel sangue e la glicemia, cioè la quantità di glucosio presente nel sangue, sale oltre ogni limite di normalità.

[La glicemia, cioè il glucosio presente nel sangue, è glucosio che doveva attraversare le membrane cellulari per nutrire i muscoli e che invece è  rimasto inutilizzato nel sangue. La terapia del diabete deve far sì che il glucosio passi dal sangue ai muscoli e non deve rimuovere il glucosio dal sangue. L’attenzione eccessiva rivolta alla glicemia è fuorviante. Il glucosio deve passare nelle cellule per nutrire i muscoli e non è giustificabile che il glucosio sia eliminato dal sangue e non sia utilizzato.]

Mentre, quando il pancreas è pienamente efficiente, è la glicemia che determina la quantità d’insulina da secernere da parte del pancreas, al contrario, quando il pancreas non è più in grado di fare il proprio dovere, è l’insulina iniettata dall’esterno che determina il valore della glicemia, cioè del glucosio presente nel sangue del paziente diabetico.
Se si eccede nella quantità d’insulina iniettata, la glicemia scende troppo, se la quantità d’insulina al contrario è insufficiente, si ha una crescita del livello glicemico nel sangue.

[Questo è un aspetto non trascurabile del rapporto che c’è tra insulina e glicemia. Il dosaggio dell’insulina deve essere perfetto e la perfezione la si può raggiungere con il software appositamente creato per il dosaggio preciso dell’insulina.]

 

30)  Diabete. Glicosuria.

La glicosuria è il travaso nelle urine del glucosio in eccesso presente nel sangue umano.
Quando il livello del glucosio nel sangue, la glicemia, supera circa i 180 mg/dl, s’instaura la glicosuria, per cui il glucosio è filtrato nei reni e convogliato nelle urine.

[La glicosuria è il fenomeno in base al quale il corpo reagisce a valori eccessivi di glicemia, eliminando glucosio con le urine. È come una valvola di troppo pieno, che sfiora il glucosio in eccesso nelle urine. L’organismo non accetta il fatto che il glucosio si accumuli nel sangue e non sia utilizzato per nutrire i muscoli, dopo essere passato attraverso le membrane cellulari.]

Si deve pure notare che se il paziente diabetico s’inietta una quantità maggiorata d’insulina quando supera i 200 mg/dl di glicemia, come prescrivono certi medici, corre un serio rischio di andare in ipoglicemia.

[La glicosuria toglie glucosio dal sangue, per cui l’insulina iniettata può essere eccessiva con conseguente ipoglicemia.]

Valutando la percentuale del glucosio attaccato all’emoglobina, si ottiene un valore detto di emoglobina glicosilata, che è indicativo dell’andamento della glicemia.
Quanto più basso è questo valore, tanto migliori sono le condizioni di cura del diabete.
Il software aiuta a mantenere basso il valore dell’emoglobina glicosilata, perché tende a mantenere i valori della glicemia sempre nel campo della compensazione.

[L’emoglobina glicosilata è un indice dello stato della malattia diabetica. Il diabete va molto meglio quanto più basso è il valore percentuale dell’emoglobina glicosilata. L’emoglobina glicosilata però non dovrebbe scendere al di sotto del 5.8%, come vedremo in seguito.]

 

31) Diabete. Paziente assistito.

Una grande casa farmaceutica ha condotto un’inchiesta per sapere se accanto al paziente diabetico fosse utile avere una persona, che lo assistesse.
La ricerca ha portato come risultato che era certamente molto utile per il paziente avere accanto una persona come assistente.
Per curare al meglio la malattia occorrono tre culture: una “cultura del medico”, una “cultura del paziente” e una “cultura dell’assistente”.

[L’assistenza al paziente diabetico è molto importante. In alcuni paesi i pazienti lungodegenti invece di essere ricoverati in luoghi di cura sono tenuti a casa e assistiti da familiari, che per questo percepiscono uno stipendio.]

Il diabete è una malattia molto delicata, che pretende un controllo assiduo e senza distrazioni.
Non è concesso, per es., a pranzo o a cena finire per forza una pietanza solo perché è stata preparata in eccesso e si vuole sbarazzare il piatto di portata per poterlo lavare, senza doverlo conservare in frigo per il giorno dopo.

[Per poter curare il diabete al meglio occorre avere una grande forza di volontà e non cadere nei tranelli dietetici, che si possono presentare molto spesso. Il paziente diabetico deve consumare i pasti nelle quantità programmate, senza variazioni che possono solo danneggiare gli equilibri glicemico ed energetico dell’alimentazione.]

Comments are closed.