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Diabete. Ossigenazione.

Il diabete è una grave malattia, che è diagnosticata osservando i valori della glicemia, cioè del glucosio presente nel sangue, in determinati momenti della giornata.

Altro fattore indicativo è considerato il valore dell’emoglobina glicosilata nel sangue, cioè la percentuale di molecole di emoglobina, che si trovano legate, con legame covalente, a molecole di glucosio.

Per il diabete tipo due, che interessa in generale le persone ultraquarantenni, si considerano anche alcuni dati quali l’obesità, la poliuria, cioè la necessità di urinare abbastanza spesso, il dimagrimento ingiustificato, talvolta anche la necessità di bere in continuazione.

In genere il diabete è caratterizzato da un’insufficiente secrezione d’insulina da parte del pancreas.

Tralasciamo quei particolari che sono propri della cultura del medico, che rimane una figura indispensabile per affrontare il diabete.

In genere è degno di attenzione un valore di glicemia maggiore di 125 mg/dl a digiuno.

Due ore dopo il pasto, se la glicemia dovesse superare i 200 mg/dl, è un altro sintomo indicativo della possibile presenza del diabete.

Per quanto riguarda l’emoglobina glicosilata si considera il valore di 6.5% come sintomo della malattia in atto.

Normalmente l’emoglobina glicosilata non deve superare nelle persone sane il valore del 6%.

Negli Stati Uniti d’America è stata creata una formula, che lega il valore dell’emoglobina glicosilata con quello della glicemia media.

Questa formula è stata utilizzata per determinare il valore dell’emoglobina glicosilata partendo dalla glicemia misurata nei diversi momenti della giornata.

È stato predisposto un software, che utilizza questa formula e fornisce in tempo reale valori approssimati con sufficiente precisione dell’emoglobina glicosilata.

La terapia consiste nella dieta, nell’uso delle pillole ipoglicemizzanti e nella somministrazione d’insulina.

Nella fase iniziale della malattia si è soliti cercare di controllare la glicemia con la sola dieta.

Si limitano in generale i carboidrati e si escludono quasi del tutto i grassi, perché una caratteristica del diabete è data dalla difficoltà a metabolizzare i grassi.

Le pillole ipoglicemizzanti si usano nel caso in cui la sola dieta non riesca a riportare i valori della glicemia entro limiti accettabili.

Occorre porre attenzione a limitare il consumo di alcool, che non va molto d’accordo con le sulfaniluree, che, normalmente si trovano associate alla metformina nelle pillole ipoglicenizzanti.

L’uso di alcool può portare a pericolose ipoglicemie con rischi molto elevati assolutamente da evitare.

L’uso dell’insulina comporta la massima attenzione.

Un dosaggio eccessivo può portare a ipoglicemie, che sono assolutamente da evitare.

Un dosaggio insufficiente porterebbe ad avere una glicemia eccessiva.

Un uso corretto del dosaggio dell’insulina, come quello che si ottiene mediante l’uso di un apposito software, consente di mantenere la glicemia tra 70 e 110 mg/dl con valori pressoché costanti durante tutta la giornata.

Questa vuole essere una breve sintesi per riassumere le caratteristiche della terapia, che è volta sia a limitare i valori della glicemia, sia a evitare che durante la giornata ci siano variazioni apprezzabili tra i valori della glicemia.

Le variazioni della glicemia, gli sbalzi, i valori altalenanti sono indici d’insufficiente dosaggio nella terapia con conseguente instabilità dei valori della glicemia.

Se si riesce a stabilizzare i valori della glicemia e a non avere eccessive variazioni sicuramente si allontana la possibilità di andare incontro alle complicanze della malattia.

Ormai sono più di trent’anni che m’interesso del diabete, sviluppando una certa cultura del paziente, che deve aiutare a fare capire meglio i discorsi del medico e i risultati sembrano essere soddisfacenti.

Mi sono interessato in particolare a capire come s’instaura il diabete, come si contrae questa malattia.

L’eccessiva quantità di glucosio presente nel sangue è un indice della presenza della malattia.

L’eccessivo valore dell’emoglobina glicosilata è un altro indice della malattia.

Non si può però affermare che il diabete sia dovuto a un’eccessiva quantità di glucosio presente nel sangue o a un valore eccessivo dell’emoglobina glicosilata.

È evidente che l’iperglicemia e l’eccesivo valore dell’emoglobina glicosilata siano piuttosto le conseguenze del diabete e non la causa dell’instaurarsi della malattia.

È vero che i valori di glicemia e di emoglobina glicosilata sono usati per la diagnosi, ma non si può affermare che essi siano la causa della malattia.

Esaminando il percorso che fa il glucosio nell’organismo, l’attenzione è attratta dalla glicolisi, che è tutta una serie di reazioni biochimiche, con l’intervento di enzimi, per cui si passa dal glucosio al piruvato.

Fino ad arrivare al piruvato non sembrano ci siano differenze tra una persona sana e una diabetica.

Dal piruvato le persone sane formano una sostanza, l’acetil-coenzimaA, che è necessaria per metabolizzare nel ciclo di Krebs tutte le sostanze con cui ci alimentiamo, cioè i carboidrati (gli zuccheri), i protidi (le proteine) e i lipidi (i grassi).

Senza l’acetil-coenzimaA non è possibile metabolizzare le sostanze contenute negli alimenti.

Mi sono sempre chiesto come mai il diabetico, invece di trasformare tutto il piruvato in acetil-coenzimaA, ne trasforma una parte più o meno considerevole in lattato, che è uno ione dell’acido lattico.

Il lattato è messo in circolo e va al fegato, che lo trasforma in glucosio mediante la gliconeogenesi, certamente pagando un prezzo a livello energetico.

La trasformazione del piruvato in lattato è propria del diabetico.

Sembra una caratteristica del diabetico quella di fabbricare lattato al posto dell’acetil-coenzimaA.

Mentre le persone sane dal piruvato formano l’acetil-coenzimaA, il diabetico ne trasforma una certa parte più o meno considerevole in lattato.

Nelle persone sane, come nelle diabetiche, si forma l’acido lattico nei muscoli quando gli stessi sono sottoposti a sforzi prolungati, come durante una corsa non necessariamente di tipo agonistico.

La formazione dell’acido lattico è dovuta a un’insufficiente ossigenazione delle cellule dei muscoli.

Il sangue che circola nel nostro corpo, che trasporta con l’emoglobina l’ossigeno per nutrire le cellule, in caso di affaticamento muscolare non riesce a ossigenare a sufficienza le cellule in presenza di sforzi muscolari prolungati.

Nel diabetico è come se, anche a riposo, il sangue non riesca a ossigenare bene le cellule, per cui si ha la formazione dell’acido lattico.

È come se il diabetico, anche senza correre, avesse difficoltà a ossigenare le cellule del proprio corpo, per cui non tutto il glucosio si trasforma in acetil-coenzimaA e una parte si trasforma in lattato, che mediante la gliconeogenesi si trasforma ancora in glucosio, che al termine della glicolisi dal piruvato in parte è trasformato ancora in lattato.

Il paziente diabetico è caratterizzato da questo loop del lattato, per cui si ha una difficoltà nell’utilizzazione del glucosio.

Ecco che il glucosio si accumula nel sangue, perché oltre alla quantità normale, dovuta all’alimentazione, c’è anche quella parte che deriva dal loop del lattato, cioè quella parte che non è stata trasformata in acetil-coenzimaA e che è ritornata in circolo, provocando l’accumulo del glucosio nel sangue.

Il loop del lattato è la causa per cui il glucosio rimane nel sangue.

Rimane da scoprire perché il diabetico è soggetto a questo loop del lattato.

Se si riuscisse a interrompere questo loop, a correggere questo evidente difetto del paziente diabetico, sicuramente la terapia diabetica sarebbe totalmente diversa e potrebbe anche esserci una qualche speranza riguardo agli esiti della malattia.

Nelle more, sicuramente si può affermare che fa molto bene la vita all’aria aperta, in ambiente molto bene ossigenato, come può essere quello di collina circondato da molto verde e lontano dai gas di scarico delle automobili.

Si è notato che il fabbisogno d’insulina diminuisce di circa due unità per ogni somministrazione in caso di soggiorno in ambiente sano e molto bene ossigenato.

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