Categorie

Diabete. Paziente assistito.

Una grande casa farmaceutica ha condotto un’inchiesta per sapere se accanto al paziente diabetico fosse utile avere una persona, che lo assistesse.
La ricerca ha portato come risultato che era certamente molto utile per il paziente avere accanto una persona come assistente.
Per curare al meglio la malattia occorrono tre culture: una “cultura del medico”, una “cultura del paziente” e una “cultura dell’assistente”.
Il medico deve saper parlare al paziente per indicargli la dieta e spiegargli la terapia in modo molto chiaro.
Il medico deve soprattutto capire se il paziente ha ben compreso le sue indicazioni o se occorra spiegargliele più approfonditamente.
Il paziente deve essere sottoposto a visite mediche di controllo con una periodicità almeno mensile.
Con cadenza almeno trimestrale deve fare le analisi del sangue e dell’urina per tenere sotto controllo la malattia.
Per il paziente, trattato con insulina, la dose iniziale è stabilita dal medico in base alla curva glicemica e al peso corporeo.
In seguito la dose d’insulina deve essere regolata dal computer, che la modifica tenendo conto dei risultati ottenuti.
Il software accetta in input i valori della glicemia misurati sul sangue capillare a digiuno prima dei pasti e alla sera prima di andare a letto.
In risposta il software fornisce una tabella, in cui, in base ai vari scaglioni in cui è suddivisa la glicemia, sono indicate le dosi d’insulina da iniettare.
Dopo un poco di tempo la glicemia si stabilizza su valori ottimali e il valore dell’emoglobina glicata scende fino al limite superiore dei valori normali.
Il software funge da “modello matematico del pancreas” e fornisce la giusta dose d’insulina paragonabile a quella secreta da un pancreas efficiente.
In questo modo il risultato è di avere un “pancreas artificiale” in grado di assicurare la giusta dose d’insulina.
La cultura del paziente deve essere molto avanzata.
Il diabete colpisce sempre più persone nel mondo senza tenere conto del sesso, dell’estrazione sociale, del livello culturale, ecc..
Non sempre il paziente è in grado si seguire le indicazioni del medico.
È stato accertato in campo internazionale che quando il paziente non capisce le indicazioni del medico, questi gliele ripete per quattro o cinque volte e poi desiste.
In questo caso s’interrompe il dialogo tra medico e paziente, che è fondamentale per la cura del diabete.
Il paziente deve essere ben “educato” e seguire le prescrizioni mediche senza tentare varianti, che alla fine possono essere molto pericolose.
In particolare il paziente deve evitare di mangiare sostanze grasse, perché nel metabolismo dei grassi si possono formare sostanze pericolose per la salute del diabetico.
Per combattere contro la malattia occorre fare una vita serena, senza sforzi improvvisi, con una costanza sia per quanto riguarda l’alimentazione che gli sforzi fisici e gli stress psicologici.
Se il paziente si alimenta sempre in modo equivalente, lavora sempre con la stessa intensità ed evita stress psichici molto dannosi, si può dire che il suo fabbisogno d’insulina durante il giorno si possa ritenere costante.
Il diabete è una malattia che può essere controllata solo se non ci sono grosse variazioni nell’alimentazione e nelle energie fisiche e psichiche spese durante il giorno.
Pur tuttavia occorre rilevare che ci possono essere numerose insidie in base al grado di preparazione del diabetico rispetto alla cultura del paziente.
Ci vuole una grande forza di volontà per resistere alle tentazioni della gola.
Occorre rinunciare all’alcol e al fumo e condurre una vita sana e tranquilla.
Non sempre il diabetico è attento nel seguire la dieta e la terapia insulinica.
Una certa quantità di pazienti può trovarsi in difficoltà nel fare l’autocontrollo della glicemia nel sangue capillare e nel dosare l’insulina.
L’insulina deve essere iniettata sotto cute a rotazione sempre in posti diversi, selezionati dove è presente un leggero strato di grasso.
Particolare attenzione deve essere posta nell’usare la giusta qualità d’insulina e nel fare il giusto dosaggio.
Col tempo si fa l’abitudine, ma si possono anche commettere degli errori, che sono ripetuti.
Da qui la necessità per il diabetico di essere seguito oltre che dal medico anche da una persona esperta, che possa stare attenta a correggere gli errori.
Normalmente l’assistenza è fornita da uno dei familiari.
In alcuni paesi i familiari, che assistono a casa propria i pazienti, sono remunerati dallo Stato.
L’attività di controllo deve riguardare innanzi tutto le scadenze, che riguardano le visite di controllo, le analisi, i controlli specialistici, ecc..
L’assistente deve controllare la dieta, correggendo le abitudini di mangiare sostanze grasse, come salumi o carne di maiale.
Occorre selezionare anche i cibi che possono sembrare i più innocenti.
Per favorire l’azione del lievito spesso nell’impasto del pane è aggiunta una certa quantità di zucchero saccarosio, per cui la glicemia sale.
Occorre scegliere pane che sia esente da saccarosio, preferendo quelle confezioni di panini, che pesano circa 50 grammi e abbiano fornito prova di essere esenti da saccarosio.
Oggi il saccarosio e altri zuccheri sono aggiunti nei prodotti alimentari più disparati.
Nel formaggio gorgonzola e in altri formaggi erborinati spesso è aggiunto saccarosio per migliorare lo sviluppo della muffa all’interno.
È compito dell’assistente far si che il paziente si alimenti bene senza correre rischi inutili e dannosi.
L’assistente deve stare attento in fase d’iniezione per controllare che la qualità dell’insulina sia quella prescritta per quel dato momento, visto che, per es., a mezzogiorno s’inietta un’insulina diversa da quella che s’inietta la mattina e la sera.
Soprattutto occorre porre molta attenzione a non scambiare l’insulina glargine con quella aspart tipo misto, perché le penne sembrano di colore abbastanza simile.
Dato che il controllo dell’assistente deve essere continuo, è auspicabile che dell’assistenza si occupi uno dei familiari, che ne sia capace.
Il diabete è una malattia molto delicata, che pretende un controllo assiduo e senza distrazioni.
Non è concesso, per es., a pranzo o a cena finire per forza una pietanza solo perché è stata preparata in eccesso e si vuole sbarazzare il piatto di portata per poterlo lavare, senza doverlo conservare in frigo per il giorno dopo.
Sono queste variazioni, che a prima vista possono sembrare piccole e insignificanti, ad abituare il paziente a trasgredire dalle regole della dieta, a esagerare, ad accumulare glicemia inutile e dannosa.
Se si rispettano le regole prescritte dal medico e si fa una vita sempre regolata e attenta, si può sperare di vivere al meglio, senza dover sopportare i danni prodotti dalle complicanze tardive, che pare possano essere evitate solo con una buona compensazione della glicemia.

Comments are closed.