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Diabete. Screening.

Il diabete è una malattia cronica, che richiede un controllo continuo della glicemia e attenzioni particolari per prevenire e curare le complicanze tardive, che sono molto pericolose, perché possono ledere organi importanti, come gli occhi, le reni, il sistema nervoso, gli arti, ecc..
Il medico di base, che è chiamato a individuare la possibilità che il suo paziente sia affetto da diabete, per formulare la sua diagnosi si basa sulle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevedono un valore di glicemia a digiuno di almeno 126 mg/dl e un valore di glicemia due ore dopo il pasto di almeno 180 mg/dl.
Il medico sa che, al momento della diagnosi, la malattia è attiva da almeno sette anni, durante i quali le complicanze si sono sviluppate e hanno provocato danni all’organismo.
La diagnosi del diabete è sempre tardiva.
Una diagnosi precoce potrebbe portare ad avviare prima la cura e a ottenere risultati migliori, perché le complicanze non avrebbero modo di svilupparsi indisturbate.
Al fine di dare un contributo efficace per migliorare la situazione è stata fatta una ricerca che ha portato a risultati importanti, mettendo a punto un metodo valido per la diagnosi precoce.
I due aspetti dell’assistenza medica sono la prevenzione e la cura.
La prevenzione del diabete è finanziata dalla Pubblica Amministrazione ed è scarsa e poco efficace.
La mancanza di prevenzione è motivo di aggravamento della spesa sanitaria, perché la patologia è diagnosticata in ritardo e al costo dei medicinali bisogna aggiungere quello degli interventi per la cura delle complicanze.
La ricerca è finanziata quasi esclusivamente dalle case farmaceutiche, per cui la cura è stata studiata in maniera approfondita e offre molte possibilità di procedure e di farmaci.
Il ritardo nella diagnosi fa perdere del tempo prezioso, perché in una malattia come il diabete è molto importante avviare la cura il più presto possibile.
La perdita di tempo più evidente sta nel fatto che bisogna osservare se la glicemia a digiuno superi i 126 mg/dl per diagnosticare il diabete.
È facile ritenere che, prima di raggiungere il valore di 126 mg/dl a digiuno, la glicemia abbia avuto valori inferiori, che sono aumentati nel corso degli anni.
Non si può pensare che di colpo si arrivi ad avere 126 mg/dl, ma è prevedibile che nei soggetti a rischio diabete si passi attraverso stadi il cui la glicemia a digiuno aumenti con una certa gradualità.
Per avviare la prevenzione del diabete è importante fissare l’attenzione sul punto di equilibrio glicemico, cioè su quell’intervallo di valori per cui il sistema di regolazione della glicemia non interviene per regolare il livello glicemico nel sangue.
Quando la glicemia supera il punto di equilibrio, per es. dopo un pasto, il pancreas è indotto a secernere insulina per far sì che il glucosio sia assimilato nelle cellule, per cui tramite l’insulina si fa in modo che il glucosio in eccesso sia smaltito e la glicemia sia riportata al valore di equilibrio.
Quando il valore della glicemia, per un forte dispendio di energie o per altra causa, scende sotto il valore di equilibrio, il pancreas secerne il glucagone, il fegato mette in circolo il glucosio ottenuto dal glicogeno e il valore della glicemia è riportato al punto di equilibrio.
In teoria si può formulare l’ipotesi che il punto di equilibrio nel soggetto diabetico non sia costante nel corso degli anni ma vari ritenendo che possa essere influenzato da vari fattori come, per es., dai valori medi della glicemia, che nel diabetico sono di solito superiori a 100 mg/dl.
Persistendo valori di glicemia superiori al normale, è plausibile che l’organismo si abitui a tali valori e possa essere indotto a modificare il livello di equilibrio posizionandolo a un valore più alto.
La variazione verso l’alto del punto di equilibrio può essere una delle cause, per cui s’instaura il diabete, poiché l’organismo si abitua a ritenere come normali valori di glicemia superiori a quelli rilevabili nelle persone sane.
Al punto di equilibrio glicemico si può riferire il valore della glicemia a digiuno della mattina dopo una sosta dall’ultimo pasto di almeno otto ore.
Il valore del punto di equilibrio glicemico può essere preso in considerazione per la diagnosi precoce del diabete.
Il punto di equilibrio glicemico non è misurabile direttamente, ma si può considerare con buona approssimazione come la media dei valori della glicemia a digiuno misurata per più giorni consecutivi.
Le misure devono essere fatte seguendo precise procedure, che prevedano, per es., un tipo di alimentazione costante.
Si prevede che le misure siano fatte la mattina a digiuno per un minimo di tre giorni consecutivi, se i valori rilevati sono all’incirca costanti, e in caso contrario si può arrivare anche a sette giorni.
Non è importantissimo determinare l’esatto valore del punto di equilibrio glicemico, ma è importante fare le misure seguendo sempre la stessa procedura in modo tale che i valori possano essere ritenuti confrontabili fra loro.
Prima di arrivare e superare i 126 mg/dl il punto di equilibrio glicemico aumenterà nel corso degli anni, partendo da un valore che può essere di circa 80 mg/dl.
La misura della glicemia può essere fatta anche sul sangue capillare, tenendo conto che in tal caso i valori sarebbero inferiori di circa 20 mg/dl rispetto a quelli misurabili sul sangue venoso.
Sul sangue capillare il valore di riferimento è circa di 106 mg/dl, che corrisponde a 126 mg/dl sul sangue venoso.
Il costo dello screening è proporzionale al numero delle persone a esso sottoposte.
Per ragione di costi occorre iniziare a sottoporre allo screening le persone ritenute maggiormente a rischio di contrarre la malattia.
Sembra che la predisposizione alla malattia possa essere trasmessa da fattori ereditari e in particolare dai geni materni.
Occorre iniziare a sottoporre allo screening tutti i figli di madre o di nonna diabetica.
In seguito si possono sottoporre a screening tutte le persone, i cui genitori o i nonni siano stati affetti da diabete.
Non è da tralasciare l’ipotesi di sottoporre a screening un certo numero di persone scelte in modo casuale, perché pare che con questo sistema si possano ottenere buoni risultati.
Per il rilevamento dei valori glicemici si può ricorrere all’autocontrollo.
È evidente che tra le persone a rischio diabete, sottoposte allo screening, si possono individuare molte di quelle persone, che in futuro più o meno prossimo saranno affette da diabete.
I risultati saranno molto numerosi e la loro raccolta deve essere gestita ed elaborata da strutture pubbliche, come le ASL, che devono elaborare i dati raccolti.
L’elaborazione dei risultati delle analisi per ciascuna persona deve consistere:
1. nella determinazione del punto di equilibrio glicemico, calcolando la media dei valori della glicemia nell’arco del periodo di tre o sette giorni;
2. nel confronto con i valori che si riferiscono ai periodi precedenti;
3. nell’inserire in un grafico i valori medi acquisiti;
4. nell’estrapolare i dati del grafico per fare una previsione dell’andamento futuro;
5. nella valutazione se la linea di tendenza tracciata possa oltrepassare i 126 mg/dl, il che indicherebbe che in futuro il soggetto andrebbe incontro a contrarre il diabete.

La differenza con la procedura attualmente in uso è che la patologia diabetica in questo caso sarebbe predetta o diagnosticata con un anticipo, che potrebbe anche essere di sei o sette anni.
Si arriverebbe ad avere un intervento molto tempestivo per cui la cura del diabete ne beneficerebbe notevolmente.
I soggetti in esame per il rischio diabetico comincerebbero a mettere in atto tutti i provvedimenti previsti dai medici in caso di patologia conclamata come, per es.,:
1. seguire una dieta adatta con un’alimentazione sana ed equilibrata;
2. rientrare nel peso consigliato da un Indice di Massa Corporea di 25 se si è in sovrappeso;
3. fare giornalmente delle passeggiate o attività sportive, che il medico saprà consigliare;
4. controllare l’uso dei carboidrati nell’alimentazione;
5. limitare l’uso dei grassi nell’alimentazione;
6. fare periodicamente le analisi del sangue stando attenti ai valori della glicemia,dei trigliceridi e del colesterolo;
7. adottare tutti i provvedimenti che il medico consiglierà.
Questo tipo di prevenzione oltre a portare un notevole risparmio nella spesa sanitaria porterebbe a migliorare l’istruzione dei pazienti per quanto riguarda il modo di conoscere e di affrontare nel migliore dei modi la patologia diabetica.

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