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Glicemia. La compensazione con la dieta.

La compensazione della glicemia con la sola dieta è la più diffusa per la cura del diabete.

Il problema di un’eccessiva presenza di glucosio nel sangue, che può provocare serie complicanze tardive, viene risolto sfruttando la diminuita quantità d’insulina che il pancreas può secernere, diminuendo anche il glucosio dovuto agli zuccheri ingeriti con il cibo.

Qualunque sia la forma di diabete occorre alimentarsi seguendo una certa dieta, che il medico prescriverà con abbondanza di particolari.

L’obiettivo è quello di mantenere il glucosio presente nel sangue e digiuno entro limiti accettabili, quali per es. 80-120 mg/dl.

Sembra facile, ma non lo è.

Il medico prescriverà quali alimenti devono far parte del cibo e quali alimenti devono essere assolutamente evitati.

Sono da evitare gli alimenti ricchi di zuccheri, come i dolci, l’uva, i fichi, le banane.

Tutto il glucosio che entra nel nostro organismo lo fa mediante quello che mangiamo e la dieta controlla appunto la quantità di glucosio che possiamo produrre mangiando.

La glicemia, cioè la quantità di glucosio presente nel sangue, può aumentare quando ci si arrabbia, perché le scariche di adrenalina fanno aumentare il glucosio nel sangue.

La glicemia scende se facciamo un lavoro più pesante del solito e consumiamo quindi una maggiore quantità di glucosio.

Ma per seguire l’andamento del diabete, cioè l’andamento della glicemia, occorre effettuare i controlli.

Si può controllare se c’è glucosio nell’urina (glicosuria) o quanto glucosio c’è nel sangue (glicemia).

La glicosuria si manifesta se la glicemia supera 180-200 mg/dl, perché i reni non filtrano più il glucosio e questo si riversa nelle urine.

Occorre rilevare la quantità di glucosio presente nel sangue e anche quella presente nelle urine.

Avere glucosio nelle urine significa che la glicemia è abbastanza alta per cui bisogna mangiare di meno.

La sola analisi delle urine non basta, perché si può avere per es, 170 mg/dl di glicemia, che è un valore alto e quindi non accettabile.

Dato che in questa prima fase di diabete i valori della glicemia, se si segue la dieta, non dovrebbero variare molto da un giorno all’altro, si possono ritenere sufficienti pochi esami.

Alla mattina a digiuno occorre un controllo della glicemia nel sangue capillare, fatto dallo stesso paziente con un piccolo apposito apparecchio (autocontrollo) e il valore rilevato, che è esatto, servirà al medico per studiare l’andamento della glicemia e regolare, se è il caso, la dieta.

Prima dei pasti principali si può anche effettuare la misura della glicosuria, cioè vedere se c’è o c’è stato versamento di glucosio nelle urine.

Se c’è glucosio nelle urine, vuol dire che la glicemia è abbastanza alta, per cui bisogna ridurre un poco la quantità degli alimenti a pranzo o a cena.

Sarà il medico a indicare l’assestamento della dieta se la glicosuria dovesse ripetersi per più giorni.

Il paziente annoterà i valori misurati di glicemia e di glucosio presente nelle urine in un apposito libretto, in cui annoterà: la data, l’ora della misura, il valore della glicemia, la presenza o meno della glicosuria, e delle note per spiegare le probabili cause di valori alti di glicemia.

Per esempio, se a pranzo il paziente ha mangiato un risotto un po’ abbondante, della ricotta, una porzione di carne, della frutta, un valore un po’ più alto di glicemia o la glicosuria possono essere spiegati con il fatto che il riso ha un contenuto di amido un po’ più elevato rispetto alla pasta, e che la ricotta apporta un po’ di zucchero in più se nella cottura è stato aggiunto del saccarosio, e via di questo passo.

Anche alla pasta del pane prima della cottura molte volte viene aggiunto del saccarosio per migliorare la lievitazione.

Questa analisi è importante perché costituisce il controllo dell’esito finale.

La spiegazione di un valore di glicemia più alto di quanto ci si possa aspettare deve essere fatto esaminando quello che si è mangiato e come si è reagito al pasto che si è fatto prima.

Questo consente la feedback, cioè la retroazione o reazione ed è il controllo più fine che possa essere effettuato.

E’ molto importante studiare l’andamento della glicemia in funzione degli alimenti consumati nel pasto precedente.

Sulla necessità anche dell’esame del sangue capillare si deve osservare quanto accaduto in un paese, che per fortuna non è il nostro.

Il ministero della sanità di quel paese stabilì che l’unico controllo che dovesse essere fatto per i diabetici avrebbe dovuto essere la misura della glicosuria.

E’ probabile che si sia giunti a questa determinazione a causa del basso costo che comporta l’esame della presenza del glucosio nelle urine rispetto all’esame del sangue.

Chi rilevava glucosio nelle urine si accorgeva di avere una glicemia alta ed faceva intervenire il medico per variare la dieta.

Chi invece aveva la glicemia fino a 170 mg/dl non rilevava glucosio e stava tranquillo che il diabete fosse sotto controllo, il che non era.

Sopraggiunsero in moltissimi casi le complicanze tardive con effetti molto brutti sui pazienti e notevoli spese per il servizio sanitario.

Ma la cosa che si segnalò come maggiormente preoccupante è che molti diabetici, non rilevando glucosio nelle urine, hanno creduto di essere guariti dal diabete e si sono dati alla pazza gioia.

Con tutte le sorprese e le conseguenze del caso.

In ogni caso va sempre fatta la misura diretta della quantità di glucosio presente nel sangue capillare, che è circa 20 mg/dl più bassa di quella misurata nel sangue venoso.

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