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I topolini del Polcevera.

Il Polcevera è un torrente, che si trova nella città di Genova.

Di solito il torrente porta poca acqua e non dà preoccupazioni ai Genovesi.

In caso di piogge abbondanti il torrente s’ingrossa e crea qualche preoccupazione.

In alto, verticalmente molto in alto il torrente è attraversato da un’autostrada molto trafficata.

Recentemente un tratto di questa autostrada ha ceduto e ci sono stati decine di morti  tra gli occupanti dei veicoli, che in quel momento stavano transitando sull’autostrada.

I vigili del fuoco, la protezione civile e le altre autorità preposte a intervenire e a prestare l’aiuto del caso sono prontamente intervenuti.

Le autorità politiche hanno fatto sentire la loro voce.

 

Sotto il ponte e nelle immediate vicinanze ci sono molti appartamenti, che sono stati prontamente fatti sgomberare e le persone sono state sistemate alla meglio nelle strutture, che potevano accoglierle.

Alcuni premono affinché si possa procedere alla ricostruzione dell’intero viadotto, con la demolizione del tratto di viadotto rimasto in piedi e la demolizione di tutti gli appartamenti sottostanti, la cui demolizione fosse ritenuta necessaria.

Il tutto dovrebbe avvenire il più presto possibile, perché le persone non possono rimanere fuori casa a lungo e perché il viadotto serve per la circolazione dei mezzi all’interno della città di Genova.

 

Alcune parti del viadotto e in particolare parte dei pilastri crollati e dei tiranti sono state messe da parte per consentire l’esame da parte dei periti incaricati dalle autorità.

Il costo dell’intera operazione prevista è notevole e le spese, anticipate dallo Stato si dice che saranno poi sostenute dalla Società, che ha in concessione l’esercizio dell’autosrada.

 

L’intera manovra sembra affrettata e poco corretta.

Occorre sottoporre a verifica di stabilità la parte di viadotto non interessata dal crollo per verificare il coefficiente di sicurezza della struttura, che non è detto che sia deficitario.

Già, il coefficiente di sicurezza, in tutto questo marasma creato dagli esperti nessuno ha parlato del coefficiente di sicurezza.

Eppure è il coefficiente di sicurezza della struttura, che ha importanza per la stabilità e la sicurezza.

Il coefficiente di sicurezza a rottura rappresenta il rapporto tra il carico applicabile a rottura sulla struttura rispetto al carico nominale per cui è stata progettato il viadotto.

È evidente che se la struttura è crollata il carico, cui è stato sottoposto il viadotto, è stato maggiore del carico sopportabile a rottura dal viadotto, che non ha retto allo sforzo ed è crollato.

Il coefficiente di sicurezza è stato minore di uno, per cui il carico gravante sul viadotto è stato maggiore del carico sopportabile a rottura.

 

Le chiacchere, politicamente importanti, servono solo a complicare le cose e a produrre strutture fatiscenti con rischi elevati per l’incolumità delle persone.

Se la parte di viadotto rimasta in piedi gode del prescritto coefficiente di sicurezza, non deve essere demolita, perché di per sé stessa è in sicurezza.

Parimenti non devono essere demoliti tutti quegli appartamenti sottostanti, che sono più di cento, perché non corrono alcun rischio di essere interessati dal crollo della parte di viadotto sovrastante rimasta in piedi.

Le procedure per vedere se sussiste il prescritto coefficiente di sicurezza della struttura del viadotto, sono simili a quelle previste nel caso del collaudo della struttura.

Nel caso in cui la parte rimanente del viadotto goda del prescritto coefficiente di sicurezza non occorre alcuna demolizione né del viadotto né degli appartamenti sottostanti.

In tal caso occorre ricostrure la parte del viadotto, che è venuta giù, assicurando nella costruzione il necessario coefficiente ai fini della sicurezza della struttura.

 

L’evento dannoso, che ha sollecitato il viadotto provocando il crollo di parte di esso, si è verificato per un fatto eccezionale di condizioni atmosferiche avverse, condizioni di traffico eccezionali con molti mezzi pesanti e di tante autovetture, furgoni, camion e tir.

I pilastri crollati sono stati più di uno.

Prendiamo in esame uno dei pilastri crollati e cerchiamo di capire le modalità per cui molto probabilmente si è verificato il crollo della struttuta.

Occorre considerare che c’è stata una fulminazione con un bagliore improvviso, che ha provocato una reazione istintiva dei conducenti dei veicoli con una brusca frenata in contenporanea di tutti i veicoli. che in quel momento transitavano sul viadotto.

Occorre considerare che la frenata nei due sensi di marcia ha prodotto uno sforzo di torsione attorno al pilastro portante centrale.

L’effetto della torsione forse ha fatto saltare i giunti ed ha prodotto l’isolamento e il cedimento dell’intero pilastro portante soggetto a torsione.

L’intera parte di struttura del viadotto sostenuta dal pilastro, che ha ceduto, è crollata.

 

La parte crollata del viadotto è da ricostruire e può essere realizzata in breve tempo in tutta sicurezza con il necessario coefficiente di sicurezza,

La parte di viadotto rimasta in piedi può essere rinforzata anche installando nuovi tiranti, in aggiunta a quelli esistenti.

Lo sforzo sul tirante aumenta con la lunghezza del tirante.

Aggiungendo ai tiranti esistenti altri tiranti più corti si migliora il sostegno della trave e la stabilità della struttura.

Il costo della rimessa in esercizio del tratto di autostrada crollato diventerebbe di entità tale da essere molto inferiore rispetto al costo previsto, se si dovesse ricostruire l’intero viadotto e risarcire con soldi o altri appartamenti i proprietari degli appartamenti, che si avrebbe intenzione di demolire.

La parte di viadotto rimasta in piedi è stata sottoposta a condizioni di carico eccezionali ed ha sopportato questi sforzi, per cui sembra logico e più economico cercare di consolidarla, se necessario.

È più economico ricostruire la parte crollata con un adeguato coeffciente di sicurezza e non demolire tutto il viadotto e distruggere tutti gli appartamenti sottostanti.

 

Ma, ci sono dei ma.

Forse ci sono troppi ma.

 

Ricostruendo solo la parte crollata e rinforzando la parte rimasta in piedi sicuramente così facendo il costo dell’intero appalto sarebbe di molto ridotto.

La riduzione dei costi sarebbe notevole.

Ma cosa ne pensano i topolini del Polcevera?

Sono disposti ad approvare una spesa irrisoria rispetto a quella prevista, un poco eccessiva per le disponibilità attuali.

I topolini del Polcevera cosa ci guadagnano?

L’unica cosa che si può osservare è che i topolini del Polcevera sono degli ottimi roditori professionisti e che forse non sarebbero proprio contenti della riduzione dei costi di ricostruzione del viadotto.

Diminuirebbero le quantità del cemento e quelle del ferro da sgranocchiare e questo può destare la loro grande preoccupazione.

 

 

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