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Ospedale di Agrigento

Il Procuratore della Repubblica di Agrigento ha disposto il sequestro dell’Ospedale S. Giovanni di Dio in Agrigento.

Il motivo principale addotto è la scarsa resistenza all’azione di un eventuale sisma.

Secondo le notizie riportate dalla stampa i periti nominati dalla Procura avrebbero rilevato che nei pilastri ci sarebbe più sabbia che cemento.

La televisione ha inquadrato una parete con l’intonaco fine scrostato  e il giudizio del giornalista faceva riferimento alla scarsa qualità dei materiali adottati nella costruzione.

Si parla di cemento depotenziato.

Dalle notizie raccolte finora a me sembra che ci siano parecchie cose da mettere a posto come concetti fondamentali.

La materia è squisitamente ingegneristica e non può essere lasciata alla scarsa preparazione di persone inesperte..

Sembra evidente che l’intonaco si scrosta e si distacca dalla parete in caso di umidità, che risale dal sottopavimento per azione capillare e può salire anche fino a 1,60 m.

Non sono questi i problemi.

Comunque questo fatto dimostra che la costruzione non è stata isolata contro la risalita dell’umidità dal sottosuolo.

Gli stessi periti nominati dalla Procura,se è vero che hanno detto che “nei pilastri c’è più sabbia che cemento”, a me pare che abbiano bisogno di una messa a punto con rinfrescamento delle idee con particolare riferimento al cemento armato.

La sabbia, in alcuni casi, può essere in quantità maggiore del cemento, senza pregiudicare la stabilità dell’opera.

A me pare ininfluente il fatto che siano cambiate le normative di calcolo del cemento armato.

Prima si faceva riferimento alle “sollecitazioni ammissibili”, al giorno d’oggi si fa riferimento al “calcolo probabilistico”.

I risultati non cambiano di molto.

Entrambi i metodi di calcolo sono validissimi e assicurano la stabilità, anche in caso si forti eventi sismici.

Si è parlato di “cemento depotenziato”.

Il cemento viene venduto sfuso e immesso in silos oppure, per piccole quantità, viene venduto in sacchi di carta.

Nell’un caso e nell’altro viene sempre indicata e certificata la qualità del cemento, la sua resistenza a compressione ed è indicato il rapporto acqua-cemento.

Qualunque sia la composizione del cemento deve essere sempre garantita la resistenza alla compressione.

Che poi nella lavorazione del cemento finiscano, per es., le scorie della combustione dei forni delle centrali termoelettriche, non è un fatto che abbia influenza sulla resistenza a compressione, che viene dichiarata e certificata.

I difetti non vanno cercati nei materiali come il cemento, ma nei componenti del calcestruzzo.

La sabbia dovrebbe essere di fiume, oppure, se di mare, dovrebbe essere lavata, il che non avviene.

Il pietrisco dovrebbe avere una buona resistenza a compressione, perché se la resistenza del pietrisco è inferiore a quella del cemento di progetto, è facile ipotizzare una rottura a livello del pietrisco.

Allora, com’è possibile che i risultati delle indagini sul cemento armato abbiano dato risultati negativi.

Il dosaggio di un metro cubo di calcestruzzo dovrebbe essere:

800 litri di pietrisco, le cui dimensioni vengono stabilite in base al tipo di getto da effettuare;

400 litri di sabbia non contenente sale;

cemento della qualità e nel dosaggio previsto a progetto.

In genere per tali opere pubbliche viene usato un cemento tipo 425 nel dosaggio da 250 a 450 kg/mc.

Il problema sta nella quantità di acqua d’impasto.

L’origine di tutti i mali sta nella quantità di acqua d’impasto.

Se si legge l’indicazione del rapporto acqua/cemento su un sacco di cemento si capisce che la quantità d’acqua per l’impasto deve essere minima, per cui il calcestruzzo risulta molto denso e difficilmente lavorabile.

Da aggiungere che l’impasto avviene in apposite centrali di betonaggio dove avviene il preconfezionamento del calcestruzzo, all’interno di camion betoniere.

Durante il tragitto fino al cantiere le betoniere continuano a girare e, se il tragitto è abbastanza lungo, i camionisti sono costretti ad aggiungere un po’ d’acqua per ritardare la presa del calcestruzzo.

Normalmente quando la betoniera arriva in cantiere vengono prelevati i provini, che sono dei cubi di calcestruzzo e servono per le prove di resistenza obbligatorie.

I provini potrebbero essere anche confezionati in centrale di betonaggio e consegnati in seguito al cantiere.

Dalla betoniera il calcestruzzo viene pompato sulle casseforme per il getto.

Gli operatori del cantiere devono “vibrare” l’impasto, con vibratori meccanici per far sì che il calcestruzzo penetri perfettamente nelle casseforme.

Questo è il punto più delicato.

Se l’impasto è troppo duro, l’operazione del getto si fa difficile, per cui i muratori chiedono al camionista di aggiungere più acqua per rendere più lavorabile il calcestruzzo.

Un calcestruzzo con acqua in eccesso presenta questi risultati:

 resistenza di molto inferiore di quella prevista;

aspetto del cemento sabbioso e molto chiaro;

scarsa resistenza alla permeabilità, per cui l’acqua delle piogge penetra nei solai facendo arrugginire il ferro, che ingrossandosi crea lesioni alle strutture.

L’intero edificio presenta i danni dovuti ad una scarsa professionalità durante l’esecuzione.

Occorre aggiungere un’altra considerazione.

I progettisti tendono ad aumentare le sezioni del cemento rispetto a quelle del ferro.

In teoria si tratta di scelta, che il progettista può fare, cioè il progettista può variare il rapporto ferro/cemento a vantaggio del cemento, sempre entro certi limiti.

Ne discende che essendo il cemento rovinato dalla scarsa professionalità d’esecuzione, l’intera opera risulta carente in fatto di coefficienti di sicurezza in particolare alla stabilità antisismica.

L’intero edificio deve essere demolito, perché risulta assai rischioso per tutte le persone che vi lavorano o vi sono ricoverate o che frequentino a vario titolo i locali dell’ospedale.

Il mese di tempo concesso per il trasloco è ingiustificato, perché espone le persone a rischi non trascurabili, che non sono ammissibili.

Le domande che ci si pongono sono del tipo:

“Quanti altri edifici pubblici e privati sono in queste condizioni?

Quante altre strutture (tipo gallerie) presentano i medesimi difetti di inaffidabilità?

Le costruzioni che si fanno adesso hanno gli stessi difetti?”

A questo punto il problema diventa squisitamente politico e la magistratura non ha le dimensioni di uomini e mezzi per potere contestare agli imputabili i reati commessi.

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