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UFO5. I cerchi nei campi di grano.

Gli UFO sono oggetti non identificabili, che attraversano la nostra atmosfera e ci inducono a ragionare su come possano essere fatti e da chi possano essere comandati.
Al momento sono oggetti misteriosi, dei quali non si sa quasi nulla.
Non risulta che siano stati presi contatti con gli abitanti della Terra, uomini o animali.
È molto probabile che siano concepiti e guidati da intelligenze extraterrestri, che hanno raggiunto un altissimo livello di conoscenza.
Essendo queste intelligenze molto più evolute rispetto alle nostre, sembra evidente che i contatti con gli uomini non siano stati presi e cercati per il troppo grande divario di conoscenza.
Sembra evidente che i contatti, che avrebbero potuto essere molto interessanti per gli uomini, al contrario non interessino per niente le intelligenze degli UFO.
Il fatto che gli UFO vengono sulla Terra vuol dire che sul nostro pianeta c’è qualche cosa, che li attrae, qualcosa che serve loro o che utilizzano, e deve essere qualche cosa di molto importante per loro.
Non è difficile ipotizzare che si tratti di “una qualche forma di energia” assimilabile, che loro vengono a prelevare dalla nostra Terra, senza che noi ce ne possiamo rendere conto.
Le impronte lasciate sui campi di grano sembrano indicare questo prelievo di energia, anche se al momento non ci possiamo rendere conto in che cosa consista questa forma di energia.
Analizzando le orme lasciate sui campi di grano, si possono fare alcune osservazioni.
Innanzi tutto c’è da osservare che le impronte sono state lasciate su campi di grano e questa scelta sembra essere una costante.
Inoltre in questi campi il grano è già cresciuto ed ha già le spighe, anche se non sono mature.
Si tratta di verdi campi con le piante di grano completamente sviluppate e arrivate quasi a maturazione, essendo ancora verdi e non diventate di colore giallo, come le piante già mature.
Nelle piante secche non c’è la linfa, che scorre nelle piante verdi.
L’azione dell’astronave ha piegato i fusti, senza schiacciarli al livello del suolo.
I fusti si presentano piegati, ma non aderenti al terreno, e orientati lungo cerchi concentrici.
Sembra quasi che l’astronave non sia voluta venire a contatto con il suolo terrestre, ma si sia fermata poco sopra, circa una decina di centimetri.
L’orientamento secondo cerchi concentrici dei fusti sta a dimostrare che essi sono stati piegati da una qualche azione sviluppata dall’astronave.
La piegatura potrebbe essere stata originata dall’azione del vento, dell’aria spostata e trascinata dal contatto con l’astronave in movimento rotatorio.
L’azione di piegatura può essere stata causata da un fatto elettrico e in tal caso il contatto è stato fatto allo stesso potenziale dei fusti e una volta stabilito un solido contatto, il potenziale potrebbe essere stato variato per prelevare energia dai filamenti delle spighe, che l’avrebbero attinta dal terreno attraverso i fusti e le radici.
Non estraneo a questo fatto potrebbe essere stato il “potere dispersivo delle punte” nei riguardi delle cariche elettriche.
Comunque facciano sembra molto evidente, che stiano prelevando energia dalla nostra Terra per un qualche motivo, forse per rifornirsi, per fare provvista.
Le impronte lasciate sui campi spesso consistono in un certo numero di cerchi.
Questi cerchi hanno distanze particolarmente esatte tra i loro centri, tanto da fare pensare che siano stati tracciati contemporaneamente.
Dalle dimensioni del complesso dei cerchi si può risalire alle dimensioni della struttura energetica, che ha lasciato queste impronte.
Si ha una certa idea delle dimensioni dell’astronave, come si può chiamare la struttura, che ha lasciato queste impronte circolari sui campi di grano.
Non bisogna dimenticare che l’ipotesi è che la stessa astronave non sia dotata di materia, ma che sia costituita solo da energia.
Anche l’astronave potrebbe essere l’immagine energetica di una struttura realmente esistente da qualche parte in un certo mondo dell’universo, distante anche parecchi anni luce.
Queste considerazioni sono dovute al fatto che, se ci fosse una qualche forma di materia i tempi di spostamento sarebbero enormi.
Il fatto stesso che le apparizioni avvengano in immediata prossimità della Terra vuol dire che il viaggio di spostamento non sia come quello che normalmente intendiamo noi terrestri, che questo viaggio sia basato su concetti molto più evoluti.
Per es., potrebbe essere determinato dalla concentrazione, dal pensiero, la cui velocità è elevatissima, se confrontata con la velocità della luce.
È molto più facile pensare a un viaggio, che farlo veramente.
Pensiamo alla Terra come punto di partenza, poi pensiamo alla Luna come punto di arrivo e il tempo trascorso è di qualche frazione di secondo.
Allo stesso modo se pensiamo alla Terra come punto di partenza e alla Costellazione di Andromeda come punto di arrivo il tempo trascorso, il tempo del viaggio è lo stesso di qualche frazione di secondo.
In pratica il tempo del viaggio è quasi azzerato ed è indipendente dalla distanza.
Il viaggio può esser lungo quanto si vuole e dura sempre qualche frazione di secondo.
Questo viaggio però non può essere fatto portandosi appresso la massa, la materia, ma si potrebbe fare facendo spostare la semplice energia, quella che si è chiamata l’immagine energetica.
Come si fa a compiere questo viaggio è tutto da scoprire, se mai l’uomo sarà in grado di scoprirlo in futuro.
Esaminando le impronte non si notano bruciature nei fusti.
Ciò significa che il contatto è stato freddo, senza scambio di calore tra le spighe e i fusti del grano e l’astronave.
Da notare che l’astronave lascia queste impronte circolari sempre su campi di grano.
L’unica possibile soluzione, che viene in mente, è quella che l’astronave cerchi il contatto con le spighe del grano, che sono dotate di filamenti rigidi e possono condurre e trasmettere cariche elettriche.
L’astronave cerca il contatto con le spighe del grano e attraverso esse, i fusti e le radici riesce a prelevare dal terreno cariche elettriche o altra forma di energia.
È difficile pensare a cariche elettriche al di fuori della materia dato che, per es., le cariche positive più semplici sono i protoni, che sono in realtà degli ioni idrogeno, che hanno una sia pur piccola massa.
Le cariche negative più semplici sono gli elettroni, che, sia pur piccola, una massa ce l’hanno.
Sembra da scartare che la forma di energia prelevata possa essere quella elettrica, anche se una differenza di potenziale elettrico farebbe passare una qualche forma di energia elettrica con fenomeni termici e sviluppo di calore, che la mancanza di bruciature sui fusti farebbe escludere.
Non bisogna pensare che le uniche forme di energia siano quelle già note al genere umano.
I dati legati alle impronte non sono molti, ma possono certamente cominciare a contribuire a fare qualche luce sul perché queste astronavi approdano sulla Terra e che cosa vengono a prelevare dalla nostra Terra.
Il pensiero corre agli interrogativi legati, per es., al pianeta Marte, con i suoi misteri su come siano spariti gli oceani, che pare fossero presenti in tempi lontani.
È indubbio che il pianeta Marte abbia avuto un decadimento energetico molto forte, anche se non sappiamo come e quando questo sia avvenuto e quanto sia durato.
Ora l’energia prelevata sulla Terra sembra essere molto piccola rispetto al contenuto energetico del pianeta Terra.
Speriamo che l’energia prelevata non aumenti e non sia tale da impoverire il pianeta Terra di quasi tutta la sua energia vitale.
Ciò che l’uomo deve temere è l’evoluzione di questi fenomeni e le possibili conseguenze.

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