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Il Diabete

Il diabete è una malattia assai diffusa ed è sempre in costante lieve aumento nel mondo.

Il paziente deve avere la mentalità giusta per mettere in atto le prescrizioni e i consigli del medico.

Il paziente deve avere una propria cultura, che non deve sovrapporsi o confondersi con quella del medico.

Il medico, in genere, deve essere un diabetologo, che deve spiegare al paziente l’equilibrio che deve esistere tra glucosio e insulina e consigliare cosa fare.

Al paziente basta sapere che il diabete è dovuto all’eccesso di glucosio nel suo sangue, dovuto a una insufficiente secrezione d’insulina da parte del suo pancreas.

Nelle forme lievi il medico consiglierà una dieta in cui vengono controllati i carboidrati e spiegherà quali sono i cibi e la frutta da preferire, rispetto a quelli assolutamente da evitare.

In un suo famoso film Alberto Sordi parlava a un piattone di spaghetti: “ Maccarone, tu mi hai provocato e io ti distruggo”.

Il diabetico direbbe: “Assaggino di maccarone, tu mi hai provocato e io ti distruggo, a poco a poco”.

Un mio amico medico diceva: “Il pane fallo a piccoli pezzetti e preferisci quello un poco raffermo. Alla sera riempiti la pancia di verdure, così non senti più molta fame”.

In questa terapia sono frequenti le crisi di fame, durante le quali ti mangeresti un bue intero.

La cultura del paziente sta in questo: Sapere le cose che non deve assolutamente mangiare, quelle che può mangiare con modicità, e quelle che può mangiare liberamente ma non eccessivamente, sempre seguendo i consigli del medico.

Esistono dei libri per l’istruzione dei pazienti.

Si tratta di libri editi da varie associazioni diabetologiche e sono rintracciabili nelle librerie specializzate in testi di medicina.

Il diabete è una malattia che esclude il seguire i consigli della vicina o del parente, che è affetto dalla stessa malattia.

È una malattia subdola, che non bisogna mai perdere di vista, perché, covando nell’ombra, è capace di fare brutti scherzi.

Se però si tiene sotto controllo, si può convivere molto bene con essa.

Soltanto il medico può seguire e consigliare i pazienti sulla terapia da seguire e sull’alimentazione.

Il medico illustrerà la possibilità delle tante conseguenze, anche gravi, che possono intervenire, per cui occorre che il paziente riferisca immediatamente al medico qualunque sintomo che avverte e sarà poi il medico a valutare e a dare le dovute indicazioni e prescrizioni.

Una forma di diabete più avanzata comporta l’assunzione di mezza o una pilloletta prima di mangiare.

Sono pillole che stimolano il pancreas a secernere più insulina.

In questa fase l’alimentazione deve essere sempre controllata, perché, se ci sono problemi a smaltire il glucosio nel sangue, è perfettamente inutile sovraccaricare con altro glucosio il sangue del paziente.

Nei casi di maggiore gravità il pancreas non secerne più quantità significative d’insulina e allora bisogna fornirla dall’esterno.

Il medico avvertirà che un eccesso di glucosio (maggiore di 300 o 400 mg/dl) può portare al “coma diabetico”, mentre un grave difetto di glucosio nel sangue (minore di 50 mg/dl) può portare allo “shock ipoglicemico”, che è molto pericoloso.

Il cervello non ha riserve di glucosio proprie e utilizza il glucosio presente nel sangue.

Se il livello del glucosio nel sangue si abbassa eccessivamente, il cervello ne soffre, il corpo comincia a tremare e si può avere anche perdita di conoscenza.

In genere basta qualche bustina di zucchero per riaversi.

Occorre comunicare subito al medico il fatto ipoglicemico.

Il medico prescriverà la qualità del farmaco insulina e la giusta dose da assumere mediante iniezione.

Prima di fare qualsiasi iniezione d’insulina è necessario fare il test glicemico, che si effettua prelevando una piccola goccia di sangue da un dito e mettendolo in un’apposita macchinetta, e si ha come risposta il valore del tasso glicemico nel sangue.

Non bisogna fare alcuna iniezione d’insulina se il valore del tasso glicemico scende sotto 120 mg/dl, questo perché, una volta fatta l’insulina, occorre mangiare per assumere gli zuccheri, che si trasformeranno in glucosio.

È interessante notare che per i pazienti “compensati”, cioè senza squilibrio tra glucosio e insulina, perde valore la stima del glucosio rispetto a quella dell’insulina.

Il rischio che si corre è che per un blocco alla digestione o per altra causa il cibo non venga digerito, ma rimanga nello stomaco, senza fornire gli zuccheri.

Questo è il modo più semplice e pericoloso per andare in ipoglicemia.

Se il livello glicemico è sotto i 120 mg/dl occorre aspettare e fare l’iniezione d’insulina dopo aver mangiato, magari facendo un’altra misura del tasso glicemico preventiva.

Mantenere in equilibrio il binomio glucosio-insulina è l’unica cosa che si può fare per allontanare le complicanze del diabete.

Sulla cultura del paziente, sempre a stretto contatto con il medico, si basa una vasta opera di prevenzione contro i rischi di complicanze diabetiche.

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