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Insulina

L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas.

L’insulina agisce a livello cellulare per rendere assimilabile il glucosio alle cellule dei muscoli e del cervello.

Il rifornimento di glucosio al cervello è di fondamentale importanza, perché il cervello è un organo che non ha la possibilità di immagazzinare il glucosio per nutrirsi nei periodi di magra, ma ha bisogno che gli venga messo a disposizione glucosio con continuità dall’esterno.

La funzione dell’insulina è molto importante perché è legata alla nutrizione dei muscoli, che in questo modo possono liberare energia.

Nei soggetti diabetici la glicolisi non avviene come nelle persone normali.

A un certo punto si arriva alla formazione del piruvato, che nelle persone normali si trasforma in acetil-coenzima A, o acetil-CoA, che è fondamentale per poter esprimere energia muscolare.

Nei soggetti diabetici dal piruvato si forma il lattato, quindi il soggetto diabetico non dispone di grandi possibilità in termini di energia.

Il permanere di grandi quantità di glucosio nel sangue porta alle lunghe a contrarre delle patologie, che genericamente vengono indicate come complicanze tardive.

Queste complicanze sono da evitare assolutamente e per questo occorre cercare di mantenere il livello di glucosio nel sangue, la glicemia, entro limiti ben definiti, che si indicano come intervallo di compensazione.

Nell’intento di raggiungere lo scopo della compensazione viene monitorato il contenuto di glucosio nel sangue, la cosiddetta glicemia.

L’intervallo di compensazione va in genere da 80 a 120 mg/dl di glicemia.

Se una persona conserva per lungo tempo nella giornata valori di glicemia superiori, per es., a 130 mg/dl si sospetta che possa essere affetta da un principio di diabete.

Occorre che le persone, che abbiano parenti prossimi affetti da diabete, si sottopongano abbastanza spesso ad analisi del sangue per stabilire se il glucosio è presente nel sangue in quantità eccessive.

Una volta stabilito che il pancreas del paziente ha difficoltà a secernere tutta l’insulina di cui ha bisogno, il medico prescrive una dieta con forti riduzioni di carboidrati e di grassi, anche perché il soggetto diabetico mal sopporta il metabolismo dei grassi.

Quando la sola dieta non è sufficiente a controllare la glicemia, il medico prescrive le pillole ipoglicemizzanti, che stimolano il pancreas a secernere una maggiore quantità d’insulina.

Se la malattia diventa abbastanza seria, per cui il pancreas, anche stimolato, non ce la fa a fornire tutta l’insulina, di cui il corpo ha bisogno, occorre passare alla somministrazione d’insulina mediante iniezioni.

Ci sono vari tipi d’insulina, che possiamo suddividere in base alla loro provenienza in insuline umane o artificiali, insuline aspart e glargine.

Sessant’anni fa l’insulina veniva somministrata una volta al giorno prima del pranzo.

Il dosaggio era stabilito dal medico in base ai risultati di un’analisi del sangue, che si faceva una volta al mese e in base a questo valore di glicemia il medico stabiliva la dose d’insulina da iniettare.

I risultati erano non molto soddisfacenti, perché il paziente era spesso in ipoglicemia, mentre risultava abbastanza raro il caso di coma diabetico.

I medici si orientavano a cercare d’impedire questi casi estremi d’instabilità nella cura, per cui il paziente poteva oscillare tra forti ipoglicemie e il rischio del coma diabetico.

Le complicanze tardive erano inevitabili.

In tempi moderni si è diffusa la pratica dell’autocontrollo, per cui il medico dispone di maggiore informazione e può effettuare un dosaggio maggiormente informato dell’insulina.

Le complicanze tardive non sono state però debellate e continuano ancora ad affliggere i soggetti diabetici.

Perfezionando i controlli fatti in casa della glicemia si riesce ad ottenere un quadro maggiormente completo della situazione, perché si è in grado di fornire al medico maggiore informazione in merito al cibo assunto con i pasti, alle dosi d’insulina somministrata, all’eventuale esercizio fisico, etc..

Rimane però sempre una certa difficoltà a capire bene come variare ed aggiustare i dosaggi in base ai valori di glicemia riscontrati, per cui i medici in genere prescrivono un’unica dose d’insulina da somministrare la mattina, un’altra al mezzogiorno, un’altra alla sera e, in alcuni casi, un’altra prima di coricarsi.

Con tutta la loro buona volontà e con il massimo della loro cultura ed esperienza i medici non riescono in genere a contenere la glicemia nei limiti della compensazione.

Loro incontro è intervenuta la ricerca, che ha prodotto l’insulina glargine, che è un’insulina ultra lenta, che comincia ad entrare in azione circa sei ore dopo la somministrazione e rimane in azione anche per dodici o più ore.

Questo tipo d’insulina deve essere somministrato prima di coricarsi e possibilmente verso le ore 22.30.

Tra una somministrazione e l’altra è raccomandabile fare uno spuntino per consentire all’insulina ancora in vigore di trovare glucosio da metabolizzare senza portare il soggetto diabetico in condizioni di ipoglicemia.

Lo sforzo dei medici, per quanto non disprezzabile, trova dei limiti e i risultati non sono quelli sperati.

Da una ricerca personale è derivato un software, che dosa le quantità d’insulina in base a suoi calcoli particolari.

Si nota che, per es., dopo una leggera ipoglicemia la dose d’insulina da iniettare è maggiore, perché dai risultati ottenuti nei successivi controlli il software vede che dopo l’ipoglicemia il soggetto fa uso di zucchero e di dolci, per cui la glicemia ha bisogno di una dose maggiore d’insulina.

Il segreto del software sta nella teoria della regolazione, che è una materia, che i medici non studiano.

Se i medici avessero nel loro piano di studi materie come “controlli automatici” o “impianti elettrici” imparerebbero che c’è tutta una teoria della regolazione.

Se possiamo vedere la televisione o parlare al telefono, lo possiamo fare perché i segnali sono stabilizzati mediante una regolazione mediante feedback.

Se possiamo accendere la luce lo possiamo fare perché in centrale c’è un sistema, che regola la corrente di eccitazione degli alternatori in modo che possano fornire quell’energia in più, che è richiesta dalla nostra lampadina.

Applicando questi concetti alla regolazione dell’insulina e facendo uso di un computer, dotato di idoneo software, il problema del dosaggio dell’insulina viene risolto e il soggetto diabetico è costretto” dal software a trovarsi sempre, o quasi, in condizioni di compensazione.

Il medico fa il massimo possibile, ma ha bisogno del computer per ottenere dei risultati veramente ottimali.

Purtroppo i medici sono gelosi della loro professione e sono a contatto con le case produttrici di farmaci, che potrebbero anche inseguire il profitto.

Le case produttrici di materiale per l’autocontrollo hanno messo a punto programmi per la gestione dei risultati degli autocontrolli, ma i risultati ancora sono acerbi.

Si spera in un deciso miglioramento nel futuro.

Penso che in un futuro abbastanza prossimo l’uso del software per il dosaggio dell’insulina entrerà nell’uso comune e i risultati saranno così lusinghieri ed importanti che il diabete sarà una malattia, che non farà più tanta paura.

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