Categorie

Calcio. Errori e falli.

Arbitrare una partita di calcio non è una cosa facile.
Ci vogliono delle doti particolari.
Innanzitutto occorre conoscere il regolamento, le regole del gioco del calcio e tutti i pareri collegati alle “regole”.
Poi occorre una vista perfetta, senza occhiali, perché l’arbitro non si può permettere di sbagliare per un difetto della vista.
Può capitare che l’arbitro sia nascosto dalla presenza di uno o più giocatori, che si trovano tra l’arbitro e l’azione, ma egli deve possedere quella professionalità, che gli consenta di spostarsi rapidamente per trovarsi sempre nelle migliori condizioni per seguire le azioni.
Sul campo l’arbitro si muove secondo regole precise, dettate dall’esperienza e dai suggerimenti desunti dalle procedure fornite dall’Associazione Italiana Arbitri (AIA).
Sono stabiliti percorsi da seguire durante gli spostamenti, che coincidono con una delle due diagonali in modo che le azioni abbiano sempre nelle vicinanze l’arbitro e uno dei due guardalinee.
Devono essere sempre almeno in due a seguire lo svolgersi delle azioni.
Il guardalinee segue la metà campo, che si trova dal lato della squadra, che attacca, in modo da potere apprezzare eventuali falli di offside, fuori gioco.
Per questo motivo il guardalinee deve stare il più possibile in posizione allineata con la palla.
L’arbitro si muove in diagonale in modo da trovarsi sempre dal lato della squadra che attacca e dall’altro lato rispetto alla posizione del guardalinee, per cui la squadra che attacca ha da un lato il guardalinee e dall’altro l’arbitro.
In occasione dei calci di rigore, dei calci d’angolo e delle punizioni l’arbitro si mette in punti particolari per seguire meglio l’azione.
Pur tuttavia alle volte la terna arbitrale sbaglia le sue valutazioni e non è aiutata dal quarto uomo, che è un arbitro.
C’è stato ultimamente un calcio di rigore assegnato, che ha destato forti dubbi.
C’è un attaccante che corre palla al piede verso l’area di rigore, inseguito da un difensore, che lo insegue un passo dietro di lui.
Il difensore tocca leggermente il tacco del piede sinistro dell’attaccante, spostandolo verso destra e facendo in modo così che il piede sinistro dell’attaccante vada a incocciare sul retro del polpaccio della sua gamba destra.
A causa anche della velocità l’attaccante rotola in area di rigore e l’arbitro fischia e corre verso il punto in cui è avvenuto il fallo.
Giunto quasi nel punto l’arbitro fa cenno che si tratta di calcio di rigore.
Il contatto è avvenuto chiaramente fuori dall’area per cui non si tratta di calcio di rigore.
L’attaccante che correva molto velocemente dopo il tocco dell’avversario ha avuto spostato il piede sinistro, che poi è andato a sbattere sul polpaccio del piede destro.
Il punto in cui si è verificato l’impatto tra le due gambe dell’attaccante si può considerare sulla linea dell’area di rigore ma quello che conta è il punto in cui è avvenuto il contatto tra i due giocatori.
In quel momento la corsa dell’attaccante lo portava a essere sollevato da terra di circa trenta centimetri.
Il guardalinee si trovava in netto ritardo rispetto alla linea della palla ed ha sbagliato perché ha visto la linea dell’area di rigore intera ed ha pensato che il fallo fosse avvenuto in area di rigore.
In realtà il fallo era avvenuto fuori dall’area e quindi il calcio di rigore non doveva essere assegnato.
Se il contatto fosse avvenuto raso terra il guardalinee non si sarebbe sbagliato.
Questo è un caso raro ma evidente di errore della terna arbitrale, che ha modificato il risultato di una partita di calcio.
Ci sono poi delle lacune comportamentali.
Sui falli tattici l’arbitro deve intervenire e provvedere con sanzioni tali che questi falli non abbiano più a verificarsi.
I falli tattici avvengono sulle ripartenze, allo scopo di evitare l’azione di contropiede, in due punti particolari, che sono il limite dell’area di rigore per impedire il lancio della palla e in prossimità della linea di centro campo per interrompere l’azione e far sì che la propria squadra possa rientrare in difesa.
Se questi falli tattici si verificano in gran numero, vuol dire che l’arbitro non chiude un solo occhio, ma li chiude tutti e due e questo è sbagliato.
Un altro punto debole nella valutazione arbitrale è il fallo di mano in area.
L’arbitro deve valutare la volontarietà del fallo, la distanza percorsa dalla palla e deve stabilire se assegnare il calcio di rigore o meno.
Ci sono giocatori che furbescamente alzano la palla, anche di tacco, verso il braccio dell’avversario il quale istintivamente tocca la palla con la mano.
Non è facile assegnare un calcio di rigore, perché possono nascere sempre delle accese discussioni.
Un altro tipo di fallo da punire molto severamente e invece lasciato anche correre qualche volta, è l’impressione dei tacchetti delle scarpe su una gamba dell’avversario.
Ci sono tre versioni entrambe molto dolorose.
La prima versione si ha quando il colpito si trova a terra e l’avversario lo calpesta se non addirittura agisce con violenza e cerca di fargli del male con i tacchetti, una o più volte.
La seconda versione si ha quando il giocatore cerca di mordere con i tacchetti le caviglie dell’avversario con movimento dall’alto in basso o entrando con piede a martello il che può anche provocare una frattura della gamba dell’avversario.
Tipica è l’entrata a martello sul malleolo della caviglia dell’avversario.
La terza versione si ha quando un giocatore cerca di colpire le ginocchia dell’avversario con i tacchetti.
Questi sono falli volontari e cattivi che devono provocare l’espulsione di chi li commette.
Cartellino rosso diretto per eccesso di furbizia e cattiveria.
Un altro tipo di fallo volontario si ha quando due giocatori saltano per prendere la palla di testa.
Entrambi cercano di prevalere allargando le braccia.
Fin qui non c’è niente di male ma accade che un giocatore colpisca l’avversario con una gomitata, che in genere è assestata o sul viso o sul collo o al plesso solare.
In una partita recente un giocatore con questo sistema ha provocato la frattura del setto nasale a due avversari e spaccato la fronte a un terzo avversario.
Il giocatore non è stato espulso ed è stato sostituito prima che potesse nuocere a un quarto avversario.
Il giocatore andava espulso al primo impatto, che ha provocato la rottura del setto nasale.
È difficile arbitrare una partita anche perché gli allenatori si sono fatti furbi e sembra che addestrino i propri giocatori a dare calci agli avversari nei minuti iniziali della partita per vedere come si comporta l’arbitro.
Se l’arbitro fa finta di niente la sequela di calci continua finché l’arbitro non dà segni d’insofferenza.
Si dà il caso che sia ammonito per proteste un giocatore che è stato colpito.
A questo punto nascono i più atroci sospetti sul comportamento degli arbitri.
Si pensa e si dice che l’arbitro abbia favorito questa o quella squadra.
Si dice che il favore sia stato fatto per favorire indirettamente le squadre che si trovano in classifica molto vicine alla squadra danneggiata.
È coinvolta la struttura stessa dell’AIA, il designatore, gli osservatori.
I sospetti sono rafforzati se l’arbitro, che ha danneggiato fortemente una squadra, è tenuto a riposo per uno o due turni ma poi è designato per una partita di grande cartello.
Se questa fosse la verità, assisteremmo ad arbitraggi in cascata perché tutti gli arbitri vorrebbero fare carriera e danneggiare quella o quelle squadre, che non sono bene accette ai designatori o al palazzo, come si dice.
Forse il lavoro è fatto in modo apparentemente pulito ma è bene indagare su come mai chi è stato fermato per uno o più turni poi faccia il grande rientro con una partita di cartello.
Se questo fosse vero, avverrebbe in dispregio dell’intelligenza di molti e con la complicità dei giornalisti, che in massima parte sono anche tifosi e qualche volta diventano poco obiettivi nei loro pareri.
Secondo non pochi giornalisti il medesimo fallo può trovare valutazione diversa secondo le partite e le squadre interessate.
Le discussioni non finiscono mai e può succedere che il pubblico insoddisfatto si lasci andare ad azioni sconsiderate come una battaglia con uso di bombe carta e petardi lanciati verso i tifosi della squadra avversaria.
Occorrerebbe che i giornalisti fossero più obiettivi e imparziali e che quegli arbitri fermati per qualche turno non siano subito dopo premiati con la nomina a “internazionale” o la designazione a partite importanti, a partite di cartello.

Leave a Reply

You can use these HTML tags

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>