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Calcio. Simulazioni.

Le simulazioni sono abbastanza frequenti nel gioco del calcio.
Le mettono in atto dei giocatori, che si credono molto furbi, e spesso riescono a imbrogliare l’arbitro disattento e ne traggono un qualche vantaggio.
Quando l’arbitro invece è stato molto attento, essi riescono a rimediare soltanto una bella ammonizione.
Molte volte però il gioco riesce e il vantaggio, che i simulatori ne traggono, è considerevole, anche perché inducono nell’arbitro la convinzione che la squadra avversaria chissà che cosa abbia commesso e generano per questo un sentimento di una certa ostilità verso la squadra avversaria.
Questo sentimento è la paga, che il simulatore va a incassare.
Tralasciamo il caso che sia l’arbitro a cadere volontariamente nella trappola perché vorrebbe dire che l’arbitro è d’accordo, disonesto e questo non è mai stato provato e risulta molto improbabile, data la grande serietà e onestà della classe arbitrale.
L’episodio di simulazione più grave, che ha attirato la mia attenzione, si è verificato in una partita di grande cartello e ha interessato due centrocampisti.
All’apparenza c’è stato un contatto a livello dei piedi tra i due giocatori.
In realtà uno dei due giocatori ha fatto mordere alla propria scarpa la caviglia dell’avversario con i tacchetti dall’alto in basso e non contento di questo, appena si è buttato per terra, è entrato con il piede a martello affondando i tacchetti della propria scarpa nella caviglia dell’avversario, perforandogli la carne fino a raggiungere l’osso, che è rimasto allo scoperto tramite il buco molto evidente, che si è creato.
Il colpevole ha fatto finta di aver ricevuto chissà quale fallo e si è rotolato per terra per un bel po’.
Soccorso è stato trasportato fuori dal campo e con un colpo di spugna miracolosa si è ripreso subito facendo il suo reingresso in campo.
Il malcapitato non ha avuto tale fortuna e a distanza di oltre un mese è ancora infortunato.
Il colmo è rappresentato dal comportamento dell’arbitro, che sembra non aver visto niente o quasi e ha premiato il colpevole assegnandogli un calcio di punizione a favore.
Sono questi gli episodi che stimolano gli spettatori a comportarsi abbastanza nervosamente e le conseguenze non si fanno attendere.
I compagni del malcapitato si sono sentiti truffati e alla prima occasione si sono fatti ammonire per falli abbastanza veniali.
Pur ritenendo onesto, fino a prova contraria, il comportamento dell’arbitro, riesce difficile comprendere il suo comportamento e il comportamento del designatore arbitrale, che avrebbe dovuto tenere conto dell’episodio.
Nulla di nulla.
Un caso tipico di simulazione si ha nelle aree di rigore.
È abbastanza comune la caduta dell’attaccante al minimo contatto con il difensore, specie se ha perso il controllo della palla e qui il comportamento dell’arbitro molte volte è esatto e legittimo, quando ammonisce il simulatore, ma alcune volte l’arbitro ci casca e assegna il calcio di rigore.
È proprio il fatto che la simulazione qualche volta riesce, a indurre gli attaccanti a provarci.
Non è un lavoro facile perché il simulatore mentre si rialza deve essere pronto, se non ha sentito alcun fischio dell’arbitro, ad alzare le mani al cielo e a chiedere scusa.
Ci vuole una certa professionalità ed esperienza per fare il simulatore.
Ci sono dei veri e propri professionisti della simulazione.
L’espediente di chiedere scusa con le mani rivolte al cielo è il comportamento tipico di un centrocampista, che spesso in area di rigore si trova per le terre e subito dopo chiede scusa per evitare l’ammonizione.
Ci sono veri e propri simulatori professionisti, che sanno cadere molto bene e ingannerebbero qualsiasi arbitro.
Una ventina di anni fa c’era un centravanti, che sapeva cadere così bene che riusciva quasi sempre a farsi assegnare il calcio di rigore.
Oggi ci sono attaccanti dalle labbra deboli e risonanti, cioè hanno labbra che rischiano la tumefazione per un contatto braccio- petto o spalla-spalla.
Normalmente sono i centravanti che sembrano fulminati da una gomitata al petto.
Essi cadono a terra come fossero morti da cent’anni e dopo un leggero svenimento con tanto di semirotolio per terra, si portano la mano alla bocca e cercano di sputare il sangue, che non c’è mentre con l’occhiolino cercano di scrutare la reazione dell’arbitro.
Queste simulazioni devono essere punite con il cartellino rosso per comportamento antisportivo in campo ma se i giocatori vi ricorrono, è evidente che a volte ne traggono un qualche beneficio.
Anche i portieri hanno le labbra così delicate che se un attaccante salta in area, anche fuori dall’area di porta, e cerca di colpire il pallone di testa il portiere, che commette l’errore di fare sbattere il pallone sulla testa dell’attaccante e così facendo perde il controllo della palla, si butta subito per terra e tra una sofferenza e l’altra si porta la mano alla bocca cercando di sputare il sangue, che non c’è.
La colpa in questi casi è degli arbitri.
Gli arbitri devono stare molto attenti e non avere alcun riguardo nell’ammonire e, se il caso, espellere il portiere che cerca di sputare il sangue, che non c’è e non ci potrebbe essere.
Negli scontri di gioco in generale il giocatore, che perde la palla, cerca di ostacolare l’avversario, arrivando a trattenerlo per la maglia e al peggio facendo un fallo da dietro anche con il piede a martello.
In questi casi l’arbitro interviene abbastanza severamente e si arriva spesso all’ammonizione e a volte anche al rosso diretto.
Spesso accade che la vittima, anche se non ha subito alcun danno, perché è stata solo sfiorata dall’avversario, metta in atto la simulazione come se gli fosse stata tranciata una gamba o al limite solo una caviglia.
Meno male che i massaggiatori hanno delle spugne miracolose, che con una spruzzata di acqua fresca e al limite con una spruzzatina di bomboletta riescono a fare veri e propri miracoli, rimettendo in piena forma il giocatore, che in realtà non aveva subito alcun danno.
Sono rimasto colpito dalle pozioni miracolose di cui dispongono i medici sportivi e i massaggiatori.
Nel corso di una partita un centrocampista è rimasto sulle gambe.
Non aveva più un briciolo d’energia.
Si faceva anticipare e non correva per niente.
Era senza forze.
Richiamato al margine del campo, si è portato a distanza dietro una protezione e mentre il suo corpo era coperto alla vista dal massaggiatore, che si è frapposto tra lui e il campo, ha bevuto una pozione miracolosa da una bottiglietta con un liquido di colore scuro.
La faccenda non è sfuggita all’occhio della telecamera, che ha immortalato la bevuta miracolosa.
Rientrato in campo, dopo pochi minuti si è esibito in una corsa sfrenata di una cinquantina di metri ed è stato velocissimo.
L’allenatore, forse avvertito che la ripresa televisiva era stata indiscreta, lo ha sostituito subito dopo.
Questo fatto mi fa pensare come mai certe squadre nel secondo tempo rientrano in campo con rinnovate energie come se avessero bevuto dalle bottigliette miracolose.
L’anti doping non rileva niente.
In quanto tempo avviene la metabolizzazione dei liquidi miracolosi?
Può essere sufficiente il ritardo di un’oretta nel fare i prelievi?
Per quanto tempo poi dura la metabolizzazione del prodotto?
Apparentemente tutto è ritenuto molto regolare, però i miracoli esistono e a volte sono molto evidenti.
Una persona, che va allo stadio, vorrebbe assistere a una partita di calcio, giocata lealmente, senza furbi e furbastri e senza bottigliette miracolose.
Un rimedio potrebbe essere dato dalla “moviola in campo” ma c’è il sospetto che le immagini potrebbero essere manomesse.
Si potrebbe limitare l’uso in campo solo in occasione dei calci di rigore.
Il quarto uomo potrebbe essere affiancato da un quinto uomo, che segua una o più riprese televisive, che fanno vedere le azioni al rallentatore e, in caso di chiaro errore, l’arbitro dovrebbe essere avvertito per tempo.
Prima di concedere il calcio di rigore l’arbitro potrebbe aspettare una rapida conferma dal quinto uomo.
Il quinto uomo annoterebbe poi i minuti in cui accadono episodi di simulazione e comunque di comportamento scorretto in campo non rilevato dall’arbitro.
Il giudice sportivo alla fine presenterebbe il conto facendo passare la voglia di fare i furbastri, anche se si dovesse trattare di giocatori che militano in squadre blasonate.
Ma è sogno o follia sperare.

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