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Calcio. Sanzioni.

Il Giudice Sportivo ha sanzionato abbastanza pesantemente allenatore e giocatori di una grandissima squadra di calcio del campionato italiano.
I numeri fanno una certa impressione e stimolano il ragionamento per cercare di capire le motivazioni.
La squadra in genere gioca molto bene e ad altissimo livello tecnico e agonistico.
Ogni volta che svolge la sua azione d’attacco, si ha la chiara impressione che possa andare in gol con una certa facilità e se l’azione non si conclude con il gol, è perché l’imponderabile ci mette lo zampino, ma le azioni sono sempre così potenti da meritare il gol come giusta conclusione.
Ci sono degli schemi all’apparenza molto semplici, che sono sempre interpretati con una grande potenza di gioco.
In ogni reparto ci sono gli uomini giusti, che esprimono sempre un gioco di grande classe.
Eppure ci sono dei comportamenti e dei fatti all’apparenza inspiegabili.
L’allenatore è di notevole bravura, se è riuscito a coordinare un gioco della squadra, che presenta senza dubbio il carattere di grande potenza.
Pur tuttavia si rimane perplessi di fronte ad alcuni suoi atteggiamenti.
Nel corso della partita l’allenatore si dimostra sempre concentratissimo e molto attento, anche dal punto di vista psicologico a tutto quello che si svolge sul terreno di gioco.
Segue la partita con concentrazione molto profonda, anche se a volte può sembrare distaccato e impassibile.
L’allenatore ha il brutto vizio di partecipare emotivamente alle azioni di gioco e soprattutto alle decisioni arbitrali, reagendo con atteggiamenti, che possono rovinare quanto di buono è espresso dalla squadra sul terreno di gioco.
Certi gesti gratuiti e a volte involontari possono rovinare quanto di buono ha espresso la squadra.
Certe confidenze nei confronti degli arbitri possono avere effetti deleteri sul comportamento dei giocatori in campo.
Il giudice sportivo ha pesantemente sanzionato l’allenatore per un gesto, che non è ammissibile sui campi di gioco in corso di svolgimento di una partita.
Ci si chiede perché questo bravissimo allenatore a volte si lasci andare a fare dei gesti tanto gratuiti quanto offensivi.
I giocatori sono stati caricati dell’importanza della partita e giocano sempre ad altissimo livello.
Alle volte sembra che siano molto nervosi e reagiscono abbastanza illogicamente al gioco degli avversari.
Bisogna chiedersi a che cosa sia dovuto questo comportamento, a volte anche abbastanza violento, nei confronti degli avversari.
Una certa carica agonistica è bene che ci sia ma c’è sempre un limite, che non bisogna superare.
I giocatori si prendono forse troppa confidenza con gli arbitri.
Forse sottostimano quelle che possono essere le reazioni arbitrali e si vanno a cacciarsi nei guai dal punto di vista disciplinare.
Normalmente si tratta di falli, che non dovrebbero richiamare molta attenzione da parte dell’arbitro, che invece interviene con il cartellino giallo per richiamare all’ordine i vari giocatori.
Manca forse la capacità di pieno ragionamento nel corso delle fasi di gioco per cui sembra logico e ammissibile commettere qualche fallo per spezzare le azioni della squadra avversaria.
Forse la carica psicologica data ai giocatori è largamente eccessiva e supera quello che sarebbe il naturale equilibrio tra la tecnica e l’agonismo.
L’eccesso di agonismo può trascinare la squadra a comportamenti, che a mente serena non andrebbero adottati.
Dopo il primo cartellino giallo, i giocatori non mollano, non allentano la presa e continuano a comportarsi sempre ad altissimo livello agonistico.
Sembra quasi che non ragionino a sufficienza e che sottovalutino le valutazioni arbitrali, per cui i giocatori ammoniti spesso incorrono nel secondo cartellino giallo, il che comporta l’espulsione dal campo di gioco.
Ci sono poi dei comportamenti non regolamentari sempre da parte degli stessi giocatori, che magari sul campo non si lasciano bene individuare per la rapidità con cui si svolgono, ma che all’esame post partita da parte del giudice sportivo, sono rilevate.
I mezzi televisivi consentono di fissare l’attenzione sulle azioni viste al rallentatore e consentono di vedere delle azioni, che sono così rapide nel loro svolgimento che a occhio nudo sono difficilmente decifrabili.
Una delle regole del calcio parla di “colpire o tentare di colpire un avversario”.
Ciò significa che sono equiparati i due eventi.
Non ha importanza che il colpo tentato raggiunga effettivamente il suo effetto perché viene data molto importanza all’atteggiamento, alla volontà di chi commette il fallo.
Quando si ricorre alla prova televisiva, la sanzione normale è di tre giornate di sospensione.
Nel caso specifico, visto che già sono stati puniti allenatore e giocatori, il giudice sportivo ha fatto uno sconto, sanzionando due giornate di squalifica i diretti interessati, quasi a voler far vedere che la squadra è tenuta in una certa considerazione, per cui merita uno sconto sulle pene.
Non è spiegabile il comportamento disciplinare della squadra, che rischia di compromettere quanto di buono fatto nel corso del campionato.
Il fatto che per primo l’allenatore faccia rimostranze contro il comportamento arbitrale forse è un segnale, che influenza negativamente il comportamento di alcuni giocatori, quelli più sensibili.
Ci troviamo di fronte ad atteggiamenti illogici da parte di tutti.
Per primo il giudice sportivo che ha fatto uno sconto sul totale delle sanzioni quasi a voler dimostrare una certa sudditanza psicologica.
Così facendo ha creato una maggiore occasione di nervosismo nelle altre squadre, che essendo formate da professionisti, non hanno potuto fare a meno di notare il favore espresso nei confronti di una grande squadra.
Il normale svolgimento del campionato si fonda sul fatto che le regole sono molto chiare e uguali per tutti i giocatori di tutte le squadre partecipanti.
Poi i giocatori, che normalmente non sono dei picchiatori, che si lascano andare a comportamenti illogici quanto controproducenti, rimediando una serie di cartellini gialli, che alla fine possono pesare sull’economia della partita.
Poi ci sono quei giocatori più nervosetti, che reagiscono violentemente ai falli.
Questi giocatori ci sono in tutte le squadre e sono ben noti agli arbitri e per questo tenuti sotto stretta osservazione.
Il fatto che la sanzione per questi giocatori sia stata ridotta da tre a due giornate di squalifica contribuisce ad alimentare nelle altre squadre l’impressione che ci sia stato un favoritismo verso la nobile casata calcistica.
Sicuramente i comportamenti di tutti i partecipanti al settore dovrebbero essere improntati a una maggiore lealtà gli uni verso gli altri.
Nel corso della partita agli arbitri e ai loro collaboratori è dovuto il massimo del rispetto.
Andare a cercare le vie traverse è sempre controproducente e non paga, anzi rischia di rovinare quanto fatto fino ad allora.
Se si riuscisse a eliminare questo sospetto, sempre presente nel corso delle competizioni, se si riuscisse a non ricorrere ad azioni violente, che possono anche danneggiare l’incolumità fisica dei giocatori, si ritornerebbe a giocare esclusivamente al calcio per fare spettacolo e dimostrare agli spettatori che lo spettacolo del calcio vale la pena di essere visto.
Occorre una maggiore educazione alle regole del calcio, senza andare a cercare atteggiamenti non consoni con l’interesse della squadra, in cui si gioca.
Forse si dovrebbe parlare a quattr’occhi con l’allenatore, facendogli osservare che certi atteggiamenti dei giocatori in campo possono danneggiare eccessivamente la squadra.
Forse si potrebbe parlare con i giocatori inducendoli a darsi una calmata e a pensare a esprimere sul campo quelle doti di enorme classe, di cui sono dotati.
Un fatto è certo: occorre fare qualche cosa per arginare le espressioni violente, le azioni brutte, che non portano se non a danni, che possono diventare irreparabili per la squadra.
Io preferisco vedere la squadra quando gioca in scioltezza, con azioni manovrate e potenti.
Preferisco apprezzare i giocatori della squadra quando tirano in porta con una potenza e un’intelligenza eccezionali.
Preferisco gustare i gol, specialmente quando sono numerosi.
Non mi piace che una squadra, che ha una tradizione di signorilità si lasci coinvolgere in azioni riprovevoli, che portano a sanzioni, che pesanti o no, non fanno certo onore alla squadra.
Occorre far sì che i cervelli siano sempre innestati nelle menti dei giocatori, che non si debbano lasciare andare a certi atteggiamenti riprovevoli.

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