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Diabete. Glicosuria.

La glicosuria è il travaso nelle urine del glucosio in eccesso presente nel sangue umano.
Quando il livello del glucosio nel sangue, la glicemia, supera circa i 180 mg/dl, s’instaura la glicosuria, per cui il glucosio è filtrato nei reni e convogliato nelle urine.
Se si immerge per qualche secondo una striscia dotata di reattivo apposito nelle urine, si vede, se la striscia cambia colore, se nelle urine è presente del glucosio.
A seconda del colore assunto dalla striscia, si può risalire in linea di massima al valore della glicemia con larga approssimazione.
Il metodo di sostituire il controllo della glicemia capillare con la misura della glicosuria è stato adottato in una nazione con risultati alquanto deludenti.
Chi non aveva glucosio nelle urine si andava convincendo di essere guarito dal diabete e si dava alla pazza gioia con le brutte conseguenze facilmente immaginabili.
Chi invece aveva glucosio nelle urine faceva il bravo tanto quanto bastava a scendere sotto la soglia di glicosuria, dopo di che si tranquillizzava e rimaneva con valori di glicemia abbastanza preoccupanti, solo che egli non poteva accorgersene.
Il controllo della glicosuria non deve mai, e poi mai, sostituire il controllo della glicemia capillare, normalmente detto autocontrollo della glicemia.
Per quanto la glicemia misurata sul sangue capillare, prelevato da un buchino fatto su un dito con il pungidito, sia di circa 20 mg/dl minore del valore della glicemia misurato sul sangue venoso, cioè prelevato direttamente da una vena, pur tuttavia costituisce il mezzo più facile per valutare la glicemia e potere dosare al meglio la quantità d’insulina da iniettare.
Il dosaggio della giusta dose d’insulina da iniettare lungo la giornata è facilitato dall’uso del software, che elabora i dati costituiti dai valori di glicemia riscontrati durante il giorno e determina la quantità più appropriata d’insulina da iniettare per via sottocutanea.
Esaminando la tabella con i dosaggi dell’insulina nei vari settori di glicemia si è notato una particolarità legata all’effetto della glicosuria.
Normalmente i medici prescrivono ai pazienti diabetici in trattamento con insulina, di aumentare di una o due unità la quantità d’insulina, se il valore della glicemia dovesse superare i 180-200 mg/dl.
Il software ha dimostrato che questa indicazione non è corretta, perché non tiene in debito conto degli effetti della glicosuria.
Esaminando i valori consigliati d’insulina nelle varie fasce di glicemia, rispettivamente 0 – 50 – 70 – 90 – 120 – 140 – 160 – 180 – oltre 180, si nota che per valori di glicemia superiori a 180 mg/dl è richiesta una quantità d’insulina leggermente inferiore a quella richiesta nella fascia 160 – 180.
Il motivo è che la glicosuria elimina parte del glucosio presente nel sangue e quindi fa diminuire la glicemia e il conseguente fabbisogno d’insulina.
È abbastanza facile ipotizzare che se l’inizio della glicosuria si ha intorno ai 180 mg/dl di glicemia, la fine della glicosuria si ha a un livello inferiore di glicemia.
In base alla quantità d’insulina richiesta si può ipotizzare che la glicosuria inizi intorno ai 180 mg/dl e termini per valori della glicemia vicini a 150 – 160 mg/dl.
Si può facilmente dedurre che la glicosuria ha un effetto benefico sulla glicemia e che determina una necessità di una quantità inferiore d’insulina.
Occorre però non dimenticare che, se si ha glicosuria, vuol dire che la glicemia si trova a un valore abbastanza alto, che certamente tanto bene non fa, ma si deve notare che il corpo umano cerca di reagire all’eccesso della glicemia facendo eliminare tramite le urine una parte anche rilevante dell’eccesso di glucosio presente nel sangue.
Non si può fare a meno di notare che, nonostante il corpo umano sia dotato di un sistema molto complesso e abbastanza preciso per l’equilibrio della glicemia, sia previsto un mancato o scarso funzionamento di questo sistema di equilibrio e che in ogni caso è previsto un sistema di tipo troppo pieno, che interviene quando il glucosio nel sangue si trova in eccesso.
Si deve pure notare che se il paziente diabetico s’inietta una quantità maggiorata d’insulina quando supera i 200 mg/dl di glicemia, come prescrivono certi medici, corre un serio rischio di andare in ipoglicemia.
Un’altra particolarità della tabella dei dosaggi insulinici, data dal software, è per la fascia 50 – 70 mg/dl di glicemia.
A prima vista può sembrare molto strano che sia prevista una quantità d’insulina più alta rispetto a quella prevista per es., per la fascia 70 – 90 mg/dl.
Il fatto è che, se il paziente ha una glicemia compresa nella fascia 50 – 70 mg/dl, si trova in ipoglicemia e comincia a prendere bustine di zucchero, dolciumi, merendine, destrosio, ecc. per cercare di superare lo stato ipoglicemico, per cui è come se la glicemia non fosse più nella fascia 50 – 70, ma si portasse nella fascia, per es., 120 – 140 ed oltre.
Ciò è giustificato dal fatto che il dosaggio dell’insulina tiene conto del valore attuale della glicemia, che rappresenta la base di partenza di cui tenere conto, ma tiene soprattutto conto anche del risultato dell’iniezione, cioè del valore di glicemia nel successivo controllo, al fine di stabilizzare i valori di glicemia nel campo di compensazione 75 – 130 mg/dl.
L’uso del software ha un benefico effetto sul valore dell’emoglobina glicosilata, che tende a scendere in modo molto evidente e tende sempre più ad avvicinarsi ai valori, che hanno le persone non diabetiche.
L’emoglobina glicosilata tiene conto dell’andamento della glicemia negli ultimi tre mesi, che è circa il tempo di vita dei globuli rossi del sangue.
Il glucosio si appiccica all’emoglobina e non si stacca più finché l’emoglobina è in vita, cioè per circa tre mesi.
Valutando la percentuale del glucosio attaccato all’emoglobina, si ottiene un valore detto di emoglobina glicosilata, che è indicativo dell’andamento della glicemia.
Quanto più basso è questo valore, tanto migliori sono le condizioni di cura del diabete.
Il software aiuta a mantenere basso il valore dell’emoglobina glicosilata, perché tende a mantenere i valori della glicemia sempre nel campo della compensazione.
Ciò significa che il seguire le indicazioni del software per il dosaggio dell’insulina rende il paziente diabetico quasi simile, nei valori dell’emoglobina glicosilata, alle persone non diabetiche, con evidenti vantaggi al livello della salute.
A lungo andare si dovrebbe avere un benefico effetto anche nel tenere a debita distanza quelle complicazioni tardive, che sono l’insidia più terribile, cui è soggetto il paziente diabetico.
È richiesto un sacrificio costante, un’attenzione costante a quelli che sono i canoni di comportamento ormai consolidati, che devono esser seguiti dai pazienti diabetici.
A lungo andare ci si fa un poco di abitudine e si riesce a condurre una vita abbastanza tranquilla, che può dare anche una qualche soddisfazione.

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