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Glicemia. La compensazione con l’insulina.

Quando si arriva a parlare di iniettare insulina, vuol dire che il diabete è arrivato al suo stato di gravità che comporta l’apporto di insulina dall’esterno.

Nelle fiale di insulina si può avere insulina di animali modificata o più facilmente insulina umana.

Non bisogna spaventarsi e occorre prendere atto che per raggiungere l’obiettivo che è quello della compensazione occorre fare dei sacrifici aggiuntivi, cioè occorre misurare costantemente la glicemia capillare e fare le iniezioni delle quantità di insulina stabilite dal medico.

A seconda della gravità della mancanza di funzionamento del pancreas può essere necessaria dapprima una sola iniezione d’insulina, fino ad arrivare a tre o a quattro iniezioni d’insulina nel corso della giornata.

Naturalmente è necessario rispettare la dieta suggerita dal medico.

Tra un pasto e l’altro è necessario fare degli spuntini per tenere in efficienza la compensazione.

Esistono diversi tipi d’insulina: rapida, ritardata, lenta, lentissima, mista…

Normalmente si associa un’insulina rapida, per fornire l’insulina che affronti i picchi di glucosio, e una lenta per seguire la base del diagramma di carico del glucosio tra un pasto e l’altro e durante la notte.

Gli spuntini servono appunto per compensare l’azione del’insulina lontano dai pasti.

Per analizzare la nuova situazione prendiamo il caso della somministrazione d’insulina alla mattina.

Supponiamo che il medico abbia prescritto insulina 30/70, cioè con il 30% di insulina rapida e il 70% di insulina lenta.

L’insulina rapida fa effetto dopo mezz’ora dall’iniezione e il suo effetto dura un’ora o poco più.

L’insulina lenta inizia il suo effetto dopo tre o sei ore e dura anche fino a 12 o 24 ore dopo l’iniezione.

Supponiamo che le dosi prescritte siano 5, 20, 25 unità rispettivamente la mattina, a mezzogiorno e alla sera.

Il paziente deve fare l’iniezione alla mattina a digiuno.

Se il paziente non fa la misurazione della glicemia a digiuno prima di fare l’iniezione d’insulina rischia e rischia parecchio.

Infatti il tasso glicemico potrebbe essere per es. 70 mg/dl, le 5 unità d’insulina servono a compensare gli zuccheri introdotti con la prima colazione, alla fine della digestione il paziente tornerebbe ad avere 70 mg/dl.

Se per contro il tasso glicemico fosse stato di 170 mg/dl, alla fine della digestione sarebbe ritornato a 170 mg/dl, con buona pace della compensazione.

Se si fosse provata la glicosuria, cioè la presenza di glucosio nell’urina, alla fine della digestione si sarebbe ritornati al valore precedente e durante la digestione il valore sarebbe stato maggiore.

Il valore della glicemia potrebbe essere influenzato da eventuali arrabbiature, da lavori che comportano maggiore fabbisogno di energia e da altri fattori.

Non fare il controllo delle glicemia a digiuno significa agire al buio con buona pace della compensazione, che va a farsi friggere.

Nella determinazione della giusta dose d’insulina della mattina occorre partire dal livello glicemico già presente nel sangue, considerare lo standard che corrisponde al cibo della piccola colazione, considerare eventuali sforzi in più da fare per lavoro o nello sport, considerare gli effetti di emozioni previste per es, per assistere a una partita di calcio e ad altri eventi già capitati in passato (feedback).

Occorre stare molto attenti che la pectina contenuta nella marmellata e nella confettura di frutta ha un effetto ritardante nella formazione del glucosio e nel paziente insulino-trattato c’è il rischio di ipoglicemia, per cui è meglio che i diabetici non mangino prodotti contenenti pectina.

Occorre sempre conoscere il livello glicemico prima di fare l’iniezione d’insulina e ciò è sempre necessario se i valori misurati per es. al mattino non sono stabilizzati ma variano.

Se il valore misurato è 80 mg/dl la dose sarà di 4 unità di insulina, se il valore arriva fino a 120 mg/dl si farà la dose standard di 5 unità, per valori fino a 150 mg/dl si farà una dose di 6 mg/dl, fino a 190 mg/dl si faranno 7 unità, oltre 190 mg/dl si faranno 8 unità d’insulina.

Se il valore dovesse essere 250 mg/dl si faranno ancora soltanto 8 unità di insulina, perché a correre dietro al valore della glicemia si rischia l’instabilità, che bisogna assolutamente evitare.

In questo caso alla mattina si regola la compensazione e il suo effetto dura per tutto il giorno.

La mattina è il momento di aggiustare i valori, cioè di rimettere in linea la glicemia con i valori dell’intervallo di compensazione (80-120 mg/dl).

Ci può essere un aggiustamento al mezzogiorno dovuto a una variazione della glicemia rispetto al valore previsto, dovuta per es. a un lavoro più faticoso o a uno sport più oneroso.

L’aggiustamento del mezzogiorno sarà di più o meno un’unità rispetto alle 20 unità previste nella dose standard, quindi un lieve aggiustamento non sempre necessario.

Alla sera le 25 unità previste vengono sempre rispettate perché la dose è quella che va a costituire la compensazione della base del diagramma di carico del glucosio essenzialmente durante la notte e per l’indomani.

La dose serale di 25 unità dovrà essere ridotta in relazione ad eventuali fenomeni di ipoglicemia, che seppur rari possono sempre capitare per vari motivi oppure per lavori particolarmente faticosi fatti durante il giorno.

Quindi, è fondamentale rispettare la dieta, rispettare le dosi standard con gli aggiustamenti concordati con il medico per la regolazione fine della compensazione.

E’ importante osservare che la compensazione nel paziente compensato si fa mediante la dose dell’insulina e non sulle quantità dei cibi introdotti nell’organismo.

Solo così è possibile tenere sotto controllo la glicemia e mantenere la glicemia nei valori previsti tra i limiti di 80 e 120 mg/dl.

Chiaramente le dosi indicate sono valide solo per illustrare l’esempio.

Ciascun diabetico avrà dal proprio medico il dosaggio più idoneo per lui.

Occorre notare la necessità dell’autocontrollo della glicemia per potere regolare la dose dell’insulina nella maniera più opportuna.

Se non si conosce il livello glicemico presente nel sangue al momento dell’iniezione si corrono inutili rischi.

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